Imposte

Auto elettriche dei dipendenti, la ricarica entra nel welfare aziendale

Attività assimilata ai servizi <span id="U401373837767csB" style="">di educazione </span> <span id="U401373837767IlH" style=""> e utilità sociale </span>ammessi alla detassazione. Via libera delle Entrate nel caso di impianti fotovoltaici del datore

di Michela Magnani

Con la risposta a interpello 329/2022 l’Agenzia interviene sull’attualissimo tema del regime fiscale da applicare alle ricariche sulle auto elettriche dei propri dipendenti, riconducendo l’iniziativa tra i servizi di educazione non tassati in base all’articolo 51, comma 2, lettera f), del Tuir.

L’apertura dell’Agenzia è sicuramente da apprezzare, ma deve essere valutata tenendo in considerazione le peculiarità dell’interpellante: una holding mista che, da oltre 10 anni, investe per aumentare l’efficienza energetica delle proprie aziende svolgendo anche un attento lavoro di informazione e sensibilizzazione dei propri dipendenti sulle tematiche della sostenibilità ambientale.

Dopo avere già rinnovato il parco macchine con automezzi elettrici o a tecnologia ibrida, al fine di incentivare tra i propri dipendenti il ricorso alla mobilità elettrica anche nell’ambito privato, la società intenderebbe riconoscere sei mesi di ricarica gratuita a coloro che acquisteranno auto elettriche entro un periodo di tempo prestabilito. La ricarica dei mezzi dei dipendenti avverrebbe principalmente utilizzando l’energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici o idroelettrici aziendali e se ciò non fosse possibile, stipulando convenzioni con soggetti terzi fornitori delle ricariche. Visto che, in questo caso, le ricariche avverrebbero fuori dall’orario di lavoro, al fine di evitare abusi, verrebbero stabilite delle limitazioni come ad esempio, un numero massimo di ricariche effettuabili. L’Agenzia con la sua risposta riconosce, che come sostenuto dall’interpellante, una siffatta iniziativa possa rientrare tra le iniziative di istruzione e/o educazione di «utilità sociale» (elencate nell’articolo 100 del Tuir) che, in presenza dei presupposti previsti dalla normativa, non concorrono a formare il reddito dei dipendenti beneficiari ai sensi dell’articolo 51, comma 2, lettera f) del Tuir.

La ratio di tale norma, ed in particolare, nel caso specifico, la volontà di educare i propri dipendenti verso una maggiore consapevolezza della tutela dell’ambiente, secondo l’Agenzia è infatti ravvisabile anche all’ipotesi in cui il datore di lavoro, allo scopo di promuovere un utilizzo consapevole delle risorse ed atteggiamenti responsabili dei dipendenti verso l’ambiente attraverso il ricorso alla mobilità elettrica, offra a questi ultimi il servizio di ricarica dell’auto elettrica.

Si evidenzia che, secondo l’Agenzia, l’iniziativa può costituire un benefit non tassato anche perché dura solo sei mesi, riguarda unicamente auto elettriche acquistate entro un determinato periodo di tempo e perché il progetto, per evitare abusi, prevede che la ricarica gratuita sia effettuata principalmente utilizzando gli impianti fotovoltaici o idroelettrici aziendali, mentre nell’ipotesi di utilizzo di fornitori terzi è previsto un numero massimo di ricariche effettuabili.

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