Professione

Per la Cassa commercialisti patrimonio oltre i 10,5 milardi

Redditi e volumi d’affari crescono del 9%. Approvata la delibera che consente di riscattare gli anni a chi ha avuto annullate annualità contributive

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di Federica Micardi e Valeria Uva

Cassa dottori commercialisti chiude il bilancio 2022 con un patrimonio che supera i 10,53 miliardi e un avanzo corrente di 418 milioni di euro.

È quanto comunicato dal presidente della Cassa, Stefano Distilli, nel corso dell’incontro di presentazione del bilancio approvato ieri all’unanimità. In merito all’avanzo corrente Distilli precisa che, senza il proficuo accantonamento al fondo oscillazione titoli, l’importo supererebbe gli 800 milioni.

Nel 2022 le entrate contributive sono pari a 937,9 milioni (più 8,8%), a fronte di 355,3 milioni erogati per le pensioni (erano 337,4 nel 2021). Il rapporto tra contributi versati e pensioni erogate è pari a 2,6, stabile rispetto ai due anni precedenti.

Il reddito medio dei commercialisti liberi professionisti è cresciuto del 9% ed è pari a 74.330 euro (era di 68mila nel 2021) ; da sottolineare che negli ultimi anni l’aumento dei redditi si attestava intorno al 2%; l’aumento più rilevante si è registrato nelle zone che storicamente registrano redditi più bassi. Un’analoga crescita si rileva nel volume d’affari, pari a 131.293. Bene i numeri anche sul fronte degli iscritti, su un totale di 72.817 (erano 72.061 nel 2021) le nuove leve sono 2.025 di cui 1.375 sono under 35. L’età media è di 50,6 anni, ma più del 50% è under 50. Resta stabile, a 7, il rapporto tra iscritti e pensionati.

Un altro indicatore di solidità dell’ente previdenziale è il rapporto tra patrimonio e pensioni erogate, che è pari a 29. Cresce anche nell’ultimo anno la percentuale media di contribuzione, pari a 13,52% (era del 13,49 del 2021) a fronte di un contributo soggettivo obbligatorio del 12%. Da alcuni anni Cassa dottori, anche grazie al simulatore di pensione messo a disposizione degli iscritti, cerca di incentivare versamenti volontari. Viene infatti riconosciuto dall’ente un versamento extra del 4% a chi versa un contributo pari o superiore al 17%. È allo studio una delibera per riconoscere un versamento extra del 5% per chi sceglie di versare dal 22% in su.

Anche nel 2023, come già nel 2022, la Cassa potrà aumentare dal 2 al 5% l’aliquota dei propri rendimenti da destinare al welfare: in preventivo c’è una spesa di 34,6 milioni, a fronte dei 21 spesi lo scorso anno. L’incremento è in buona parte destinato a coprire le spese per la polizza sanitaria integrativa (rinnovata nel triennio 2023-2025 con un ampliamento delle prestazioni) e per la polizza Long term care. «Investendo sul welfare integrativo vogliamo migliorare l’equità tra generazioni - ha commentato Distilli - e sostenere i giovani che vedranno ridursi le pensioni loro erogate basate solo su un calcolo contributivo».

Due le novità per gli iscritti: da un lato, è arrivato il via libera ministeraiale alla delibera della Cassa che consentirà a chi ha avuto annullate annualità contributive per incompatibilità professionale o per diverse prescrizioni di recuperare i contributi persi sotto forma di riscatto, come per la laurea (sul sito della Cassa è disponibile una guida ad hoc).

L’assemblea dei delegati ha anche approvato una nuova delibera, in attesa del via libera dei ministeri vigilanti, che riaprirà i termini per la rateizzazione dei contributi anche agli iscritti che hanno mancato l’invio della dichiarazione entro il 1° dicembre ma lo effettuano entro il 20 dicembre. In più ha annunciato Distilli «è in corso una interlocuzione con le Entrate per utilizzare l’F24 in compensazione anche per i versamenti contributivi».

Guardando al futuro, Distilli accoglie con favore la notizia che il Mef ha accantonato la vecchia bozza del regolamento sugli investimenti: «Aspettiamo di vedere il nuovo testo ma la nuova direzione che nell’ambito di una cornice di regole lascia alle Casse la libertà di ripartire le risorse da investire in base a propri regolamenti interni è molto positiva».

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