Adempimenti

Precompilata, per i commercialisti la trasmissione dei dati deve restare semestrale

In assenza di un intervento la cadenza delle comunicazioni a partire da questo mese dovrebbe essere mensile

di Giuseppe Latour

Confermare la periodicità semestrale anche nel 2022. «Il prolungamento dello stato di emergenza nazionale rende quanto mai urgente un intervento per la conferma anche per il 2022 della periodicità semestrale di trasmissione telematica dei dati relativi alle spese sanitarie e veterinarie, già prevista per l’anno 2021 dal decreto del Ragioniere generale dello Stato del 29 gennaio 2021».

È questa, in sintesi, la richiesta formulata dai tre commissari straordinari del Consiglio nazionale dei commercialisti, Rosario Giorgio Costa, Paolo Giugliano e Maria Rachele Vigani, in una lettera inviata al ministro dell’Economia, Daniele Franco.

Per le spese sostenute dal 1° gennaio 2022 – scrivono i commissari nella missiva – «l’articolo 7, comma 1, lettera c) del decreto del ministero dell’Economia e delle finanze del 19 ottobre 2020 prevede, infatti, che la trasmissione telematica dei dati debba essere effettuata entro la fine del mese successivo alla data del documento fiscale, con una periodicità, pertanto, mensile».

Trattandosi di un adempimento finalizzato alla predisposizione della dichiarazione dei redditi precompilata da parte dell’agenzia delle Entrate – da mettere a disposizione dei contribuenti entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento –, «è evidente – secondo Costa, Giugliano e Vigani - come la periodicità mensile di trasmissione dei predetti dati a decorrere dal 2022 sia del tutto ingiustificata non solo, come ricordato, in questo particolare periodo di emergenza nazionale, ma anche in relazione alla tempistica da prevedere a regime, dovendo tali dati confluire, come detto, nella dichiarazione precompilata che l’Agenzia delle entrate rende disponibile non prima del mese di aprile dell’anno successivo (2023 per le spese relative al 2022).

La periodicità mensile si manifesta peraltro oltremodo stringente, in particolare per i dati delle spese sanitarie risultanti da fatture che, ancora oggi, sono emesse in formato cartaceo da medici e operatori sanitari, in ottemperanza agli obblighi di protezione dei dati personali dei pazienti, e che richiedono dunque, necessariamente, anche un lavoro di data entry per la trasmissione telematica degli stessi al Sistema tessera sanitaria».

Un intervento nel senso auspicato «avrebbe inoltre – concludono i commercialisti - il pregio di eliminare dieci adempimenti “inutili” e di contribuire efficacemente al tanto auspicato processo di semplificazione degli adempimenti e di razionalizzazione del calendario delle scadenze fiscali, ancora oggi in via di realizzazione».

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