I temi di NT+Modulo 24

Report di sostenibilità, la carta vincente degli standard coerenti a livello internazionale

Esiste una base comune tra le proposte dell’Issb, Efrag e Sec ma anche aree in cui non sono allineate. Ciò può creare problemi pratici per le aziende nell’elaborare un reporting coerente e omogeneo

di PierMario Barzaghi

Il reporting di sostenibilità si sta sviluppando rapidamente e per ottenere il massimo valore è necessario creare standard di reporting di sostenibilità coerenti a livello globale.

Un reporting coerente e comparabile rafforzerà i mercati dei capitali, aiutando gli investitori e il management aziendale a prendere decisioni più informate e a concentrarsi sulla creazione di valore a lungo termine per l’azienda e gli stakeholder.

Il reporting di sostenibilità continua a svilupparsi a ritmo sostenuto e oggi è presente la proposta di tre serie di standard: dall’International Sustainability Standards Board (Issb), dalla Us Securities Exchange Commission (Sec) e dall’European Financial Reporting Advisory Group (Efrag).

Impatto e ambito di applicazione degli standard

Le proposte del Consiglio dell’Issb, della Sec e dell’Efrag sono accomunate dal fatto che il quadro Tcfd costituisce un input condiviso.

Tuttavia, vi sono anche aree in cui non sono allineati, il che può creare problemi pratici per le aziende che cercano di progettare una rendicontazione coerente e omogenea che soddisfi le esigenze degli investitori globali e i requisiti giurisdizionali.

In particolare, questo riguarda la maggiore portata e l’ampiezza delle proposte dell’Efrag che si concentrano maggiormente sugli stakeholder.

L’Issb ha pubblicato due proposte con un focus specifico sugli investitori basati su principi generali.

Ad oggi, è presente solo una guida dettagliata sul clima.

Le 12 proposte dell’Efrag hanno un focus multi-stakeholders inclusi gli investitori e principi fondamentali per la divulgazione e ad oggi, sono stati pubblicati requisiti granulari per gli impatti, i rischi e le opportunità della sostenibilità.

Abbiamo, infine, una proposta della Sec sul clima con focus sugli investitori e requisiti dettagliati per la rendicontazione limitato al cambiamento climatico.

Per quanto riguarda l’ambito di applicazione l’Issb fa riferimento a quanto determinato dalle singole giurisdizioni, ad esempio in base allo stato di quotazione o meno della società. L’Efrag prevede invece l’applicazione a una serie di società o gruppi Ue quotati e privati, comprese le società controllate da società madri non Ue che soddisfano i criteri normativi.

Gli standard dell’Efrag si applicano a tutte le società europee quotate e di grandi dimensioni, ad eccezione delle microimprese.

Le grandi società devono soddisfare due dei seguenti criteri: 250 dipendenti, 40 milioni di euro di fatturato, 20 milioni di euro di attività totali.

Il perimetro della Sec riguarda quasi tutti gli emittenti registrati al mercato americano, compresi gli emittenti privati stranieri.

Tutte e tre le proposte hanno come riferimento la stessa entità contabile del bilancio come punto di partenza per l’informativa.

Tuttavia, le aziende dovrebbero considerare attentamente la loro più ampia catena del valore per almeno alcune informazioni sulla sostenibilità.

La differente visione sulla «materialità»

Una chiara metodologia per l’identificazione dei temi materiali assume un’importanza fondamentale nella rendicontazione di sostenibilità.

Le esigenze degli stakeholders in merito alle informazioni sui bilanci di sostenibilità possono essere diverse e la materialità fornisce il filtro che aiuta le aziende a concentrarsi su ciò che conta per gli stakeholders.

Partendo dalla rendicontazione che già si riflette nei bilanci, comprese le proiezioni dei flussi di cassa, l’aspetto che accomuna i tre standard Efrag, Issb e Sec è il punto di vista degli investitori, in particolare il sottoinsieme di quegli utenti il cui obiettivo primario è quello di migliorare le decisioni economiche sulla base della rendicontazione dei temi di sostenibilità che sono rilevanti per la creazione di valore dell’impresa.

Tuttavia l’Efrag differenzia il proprio approccio adottando il principio della «doppia materialità», con l’obiettivo di valutare tutti gli impatti significativi considerando sia l’ottica dell’investitore che quella più ampia degli stakeholder: differenti utenti e utilizzatori con obiettivi diversi che hanno necessità di comprendere le contribuzioni positive e negative dell’azienda allo sviluppo sostenibile sulla base della rendicontazione dei temi che riflettono gli impatti significativi dell’azienda sull’economia, sull’ambiente e sulle persone.

Posizionamento delle informazioni

Il requisito proposto dalla Sec di includere determinate informazioni all’interno del bilancio può essere in conflitto con la proposta dell’Efrag di includere tutte le informazioni nella relazione sulla gestione senza riferimenti all’esterno del documento, pertanto, la rendicontazione secondo entrambi gli schemi potrebbe risultare in una duplicazione informativa della società.

La proposta dell’Issb sulla localizzazione risulta compatibile con entrambi.

Informazioni specifiche richieste per il settore di appartenenza

Il sistema di classificazione industriale Sics utilizzato dall’Issb non è coerente con l'intenzione dell’Efrag di utilizzare i codici Nace. I gruppi multinazionali quindi avrebbero bisogno di una mappatura tra i due sistemi, in particolare se operano in più di un settore.

La proposta sul clima dell’Issab include l'informativa specifica del settore di attività e le società dovrebbero considerare gli standard Sasb per ciascun argomento basandosi sui 77 settori previsti.

Per quanto riguarda l’Efrag al momento non sono stati proposti dei requisiti settoriali ma è pianificata la pubblicazione di 41 standard settoriali fra il 2023 e il 2025.

Infine la proposta della Sec non prevederebbe alcuna comunicazione specifica per il settore industriale, a parte la metrica dell'intensità delle emissioni di gas serra corrispondente al settore specifico.

Data di effettività degli standard

Le proposte dell’Issb non prevedono una data di entrata in vigore e la consultazione ha invitato i partecipanti a rispondere su quando sarebbe fattibile applicarle mentre la legislazione che finalizza i requisiti Efrag, comprese le date di entrata in vigore, è ancora in bozza e la consultazione ha invitato a fornire un feedback su come suddividere in fasi e priorità i requisiti.

In particolare:
• società già soggette alla Non-Financial Reporting Directive dal 1° gennaio 2024 (reporting 2025);
• tutte le imprese di grandi dimensioni dal 1° gennaio 2025 (reporting 2026);
• Pmi quotate, ad eccezione delle “microimprese” dal 1° gennaio 2026 (reporting 2027), Fino al 2028 possono decidere di non pubblicare il documento (dichiarando la motivazione);
• società con capogruppo extra-Eu che generano in Eu fatturato maggiore di 150 milioni per 2 anni consecutivi (1° gennaio 2028).

L’adozione degli standard di informativa sulla sostenibilità Ifrs sarà imposta dalle giurisdizioni locali, pertanto, la data di entrata in vigore può variare a seconda del luogo.

Infine per quanto riguarda la Sec, la data di entrata in vigore rimarrà aperta fino all’adozione delle norme definitive.

Questo articolo fa parte del Modulo24 Bilancio e non financial reporting, dove puoi leggere la versione integrale. Leggi gli altri articoli degli autori del Comitato scientifico e scopri i dettagli di Modulo24