Adempimenti

Imu, termini più ampi per rimediare al mancato invio della dichiarazione

Il decreto semplificazioni differisce al 31 dicembre il termine per la presentazione della dichiarazione 2021

di Pasquale Mirto

Il decreto sulle semplificazioni fiscali licenziato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri differisce al 31 dicembre il termine per la presentazione della dichiarazione Imu relativa all’anno d’imposta 2021.

Il rinvio si rende necessario per permettere l’utilizzo della nuova dichiarazione Imu, anticipata sul Sole 24 Ore del 16 giugno, che tra le altre novità contiene anche il campo relativo alla «Esenzione quadro temporaneo aiuti di Stato», che dovrà essere utilizzato dai soggetti che hanno usufruito di benefici Imu derivanti appunto dal Temporary Framework durante l’emergenza Covid.

Nelle istruzioni si precisa che non è necessario fornire ulteriori indicazioni relative al periodo dell’esenzione, dal momento che la durata, secondo il ministero, è conosciuta dai Comuni. Ovviamente sfuggono le agevolazioni usufruite nel 2020, che avrebbero dovuto essere oggetto di dichiarazione da presentarsi l’anno scorso, sebbene le esenzioni Imu di cui si è beneficiato nel periodo 2020/2021 siano oggetto di autodichiarazione sostitutiva, prevista dal Dm 11 dicembre 2021 e da presentare all’agenzia delle Entrate, con la quale occorre attestare che l’importo complessivo degli aiuti fruiti non superi i massimali indicati dalle sezioni 3.1 o 3.12 della comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020.

Elemento di assoluta novità è la distinzione tra dichiarazione «nuova» e «sostitutiva», quest’ultima da presentare in caso di integrazioni o rettifica dei dati precedentemente dichiarati.

C’è poi la dichiarazione «tardiva», che può essere presentata nel «rispetto dei termini stabiliti per il ravvedimento operoso»; e questo fa presupporre la possibilità di ravvedere l’omissione dichiarativa entro i più ampi termini accertativi, risolvendo così una lunga diatriba dottrinale.

Il nuovo modello di dichiarazione riguarda sia l’Imu che l’imposta sulle piattaforme petrolifere, anche se per quest’ultima la dichiarazione sarà utilizzata per la prima volta nel 2023 per il 2022, avendo le società già comunicato i dati relativi al 2020 e 2021 al ministero dell’Economia, che li trasmetterà ai Comuni per l’attività di controllo, che rimane di esclusiva competenza comunale.

I contribuenti potranno ancora utilizzare i vecchi modelli, anche per far salve le dichiarazioni Imu comunque già presentate, ma a condizione che i campi compilati siano presenti anche nella nuova dichiarazione; questo aspetto ovviamente esclude a priori i soggetti che hanno beneficiato degli aiuti di Stato, visto che il relativo campo non era presente nel vecchio modello.

Le istruzioni si aggiornano con riferimento alle ultime modifiche normative, come quella relativa allo spacchettamento della famiglia su due Comuni diversi (Dl 146/2021), anche se questa parte nasce già vecchia, perché occorrerà aspettare la pronuncia della Corte Costituzionale che dovrà decidere sulla legittimità dell’aggancio del concetto di abitazione principale a quello del nucleo familiare.

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