Adempimenti

Spesometro, Ruffini: stop ai dati superflui

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Pochi dati effettivamente rilevanti: identificativo ossia essenzialmente la partita Iva, imponibile, imposta e numero della fattura. Nell’appello rivolto dal direttore dell’agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini («non serve niente altro, se ci aiutate con una norma simile aiutiamo migliaia di contribuenti e imprese a svolgere il proprio lavoro da contribuente e all’Agenzia a svolgere il proprio lavoro da Agenzia») ai deputati della commissione Finanze della Camera ieri in audizione, c’è una traccia dei possibili interventi per semplificare lo spesometro da inserire nel Dl fiscale collegato alla manovra . Spesometro che, nel primo travagliatissimo invio scaduto lunedì 16 ottobre, ha visto transitare dati relativi a oltre 1,4 miliardi di fatture . Per quanto riguarda i canali d’ingresso il più utilizzato è stato quello del web service (57,5%) seguito dal portale (24%) e dall’invio con Ftp (18,5%).

Ruffini, sollecitato dalle domande di Michele Pelillo e Giovanni Sanga del Pd sul punto, ha tenuto ben separati i possibili piani di intervento. Per quanto può fare già l’Agenzia nel “recinto” delle regole attualmente in vigore, il direttore delle Entrate ha precisato che «l’informazione relativa ai dati anagrafici e al domicilio fiscale dei clienti e dei fornitori può essere semplificata, così come l’informazione relativa ai dati anagrafici della stabile organizzazione e dei rappresentanti fiscali». Allo stesso tempo, ha aggiunto, «per le bollette doganali ritengo che possa essere resa facoltativa la compilazione del campo identificativo dello Stato extracomunitario e della provenienza dei beni». Fin qui l’intervento sul fronte amministrativo. «Per ulteriori modifiche volte a recepire le istanze dei contribuenti e dell’opinione pubblica occorre uno specifico intervento normativo che sommessamente l’Agenzia può individuare su alcuni filoni, ha aggiunto Ruffini. Filoni che ha individuato nella facoltà di trasmettere i dati non più con la cadenza attuale ma ad esempio con cadenza semestrale (Confindustria, porofessionisti e associzaioni di categoria chiedono l’invio annuale) nella facoltà di trasmissione cumulativa dei dati delle fatture emesse e ricevute di importo inferiore a 300 euro, nella disapplicazione di sanzioni per l’errata trasmissione dei dati fatture emesse e ricevute per le comunicazioni effettuate per il semestre 2017, nell’esonero dall’obbligo per alcuni soggetti come i produttori agricoli con volume d’affari non superiore a 7mila euro o esonerati da obblighi documentali e contabili compresa la dichiarazione annuale (fermo restando ulteriori obblighi vigenti) e nell’ esonero per amministrazioni pubbliche per fatture verso consumatori finali. Ma soprattutto ha indicato nell’«identificativo del contribuente, imponibile e numero della fattura» i dati effettivamente essenziali: il tutto appunto «sommessamente perché le leggi non le fa l’Agenzia delle Entrate».

Le aperture del direttore delle Entrate sono state accolte con favore dal presidente dei commercialisti Massimo Miani che però ha tenuto a precisare che «la cadenza dell’adempimento dovrebbe essere annuale , non trimestrale e neppure semestrale, come proposto oggi da Ruffini». Cadenza annuale che è una delle proposte - insieme alla sterilizzazione delle snazioni per il primo adempimento e all’invio cumulativo per le mini-fatture - contenute nella risoluzione del Pd (primo firmatario Sanga) su cui già oggi la commissione Finanze della Camera potrebbe votare.

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