Imposte

Saltano voluntary e minicartelle, sconti solo sul gasolio: bonus più alti sull’energia alle imprese

Stralcio delle cartelle sotto i mille euro fino al 2015: per le altre si pagherà tutta l’imposta e la sanzione mini al 5 per cento

Verso  la manovra.  La premier Giorgia Meloni. A destra, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Il menù della manovra presentato dalla premier Meloni e dal ministro dell’Economia Giorgetti ai capigruppo di maggioranza è all’insegna della sobrietà. Il valore della legge di bilancio si attesta a 28-30 miliardi, per il 70% da dedicare all’emergenza energetica. Nel pacchetto l’aumento dal 30 al 35% dei crediti d’imposta per le piccole attività commerciali, ma si punta anche a far salire dal 40 al 45% quello per le imprese. L’elenco delle misure, esclude molti dei punti più controversi alla vigilia. Salta la voluntary sui capitali all’estero, di fatto azzoppata in partenza dalla scelta di escludere ogni forma di scudo penale, ma come anticipato dal Sole 24 Ore cade un pezzo importante della tregua fiscale sulle minicartelle. I debiti nei confronti dell’erario saranno divisi solo in due famiglie: quelli fino a mille euro e fino al 2015 saranno stralciati, mentre per gli importi superiori si potrà chiudere la partita pagando l’intera imposta e una sanzione ultraleggera al 5%. Nell’impianto, quindi, non trova spazio la terza via, che prevedeva uno sconto del 50% sull’imposta nelle contestazioni comprese fra mille e 3mila euro.

L’architettura dei finanziamenti poggia sul pilastro centrale rappresentato dai 21 miliardi di deficit aggiuntivo rispetto al tendenziale, a cui si affiancano gli 800 milioni della prima tappa della spending review strutturale. Per completare il quadro il governo ha individuato circa 5 miliardi di coperture aggiuntive, da destinare in gran parte al cuneo fiscale, che sarà ridotto del 3% con un punto di sconto in più rispetto a quello realizzato quest’anno dal governo Draghi. A dar spazio alla manovra c’è anche l’anticipo a fine 2022 di 1,080 miliardi di spese in programma l’anno prossimo, appena realizzato dal Dl Aiuti-quater pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 novembre.

In fatto di coperture aggiuntive, un aiuto importante è atteso dalla tassa-bis sugli extraprofitti, che sarebbe ancorata agli utili e non più al fatturato Iva con un’aliquota del 33% come previsto dal regolamento Ue.

Ma la lente si è concentrata anche sul reddito di cittadinanza. La scelta politica finale è ancora da assumere, ma sul tavolo c’è una stretta forte sugli occupabili che si potrebbe tradurre anche in un’abolizione nei prossimi sei mesi del reddito per queste figure: sono 660mila, il 26,5% dei beneficiari. Ma sotto esame finirebbero tutti i titolari del reddito anche per accertare, ha spiegato Meloni al tavolo, che chi riceve l’assegno sia «realmente residente in Italia».

I 21 miliardi di deficit (e gli 800 della spending) saranno tutte destinate al caro energia, con la probabile replica dei crediti d’imposta per le imprese, dell’Iva al 5% sul gas e dei bonus per le famiglie.

Dietro alle bollette si attesterà il cuneo. È forte la spinta nella maggioranza per impiegare i risparmi dal reddito, 1,5 miliardi con lo stop da agosto e 1,8 con il blocco da giugno, in forme di rafforzamento del taglio. Forza Italia, in particolare, chiede una detassazione totale per almeno due anni da riservare ai nuovi assunti under 34. Alla caccia alle risorse potrebbe poi partecipare il raddoppio della Digital Tax ma resta sul tavolo l’idea di colpire l’e-commerce per favorire i negozi di prossimità.

In ogni caso, gli spazi di spesa fuori dall’emergenza energetica non consentono voli particolari oltre al cuneo e agli 1,8 miliardi destinati alla sanità. Poche centinaia di milioni andranno alle pensioni. Tra le misure in discussione c’è stata la cancellazione dell’Iva per pane e latte, che costerebbe circa mezzo miliardo; ma prenderebbe più quota l’ipotesi di dedicare ai prodotti per l’infanzia e per l’igiene intima femminile l’azzeramento dell’imposta.

Il lavoro di rimodulazione chiamato a far quadrare i conti della manovra potrà però colpire anche una quota di aiuti contro il caro-energia. In particolare sembra destinato a cadere lo sconto da 30,5 centesimi sulle accise della benzina; come già accaduto in Francia, il taglio fiscale rimarrebbe solo sul gasolio che del resto in questi ultimi mesi ha visto le quotazioni staccarsi al rialzo rispetto a quelle della benzina, spinte dalla domanda più intensa.

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