Controlli e liti

Partite Iva «apri e chiudi», paga anche il professionista

Sulla sanzione da 3mila euro c’è la responsabilità solidale anche dell’intermediario. I commercialisti: va eliminata. La fideiussione per riaprire aumenta se ci sono debiti pregressi oltre 50mila euro

di Giovanni Parente

Contraddittorio per dimostrare l’effettiva attività. Fideiussione anche superiore a 50mila euro per la riapertura se prima della cessazione erano state commesse violazioni fiscali per importi più alti di tale soglia. Responsabilità solidale anche dell’intermediario abilitato, che ha inviato la dichiarazione di inizio attività, per conto del contribuente a cui il Fisco ha chiuso la partita Iva. Con l’ultima versione del Ddl di Bilancio, che si prepara ad affrontare l’iter parlamentare, si definisce anche l’annunciata stretta del Governo sul fenomeno delle partite Iva «apri e chiudi». Una mossa aggiuntiva per arginare i fenomeni (variegati) di frode fiscale. Anche se il Consiglio nazionale dei commercialisti ha subito criticato la responsabilità solidale nella sanzione per il professionista con una nota in cui il presidente Elbano de Nuccio parla di «ingiustificato aggravio di responsabilità» e chiede che venga «immediatamente espunta».

Ma andiamo con ordine. La stretta delineata dall’Esecutivo punta a colpire sul nascere quei fenomeni di frode realizzate attraverso la costituzione di ditte individuali o società di capitali a responsabilità limitata semplificata, che si caratterizzano per brevi periodi di operatività e puntano a non rispettare gli obblighi di versamento fiscale e contributivo e a far “sparire” ogni bene per la successiva riscossione. L’input partirà dall’agenzia delle Entrate che nella propria analisi di rischio dovrà destinare una particolare attenzione proprio alle aperture delle partite Iva. Anche nell’ottica di potenziare queste attività, oltre che alla necessità di colmare le lacune in organico, l’Agenzia viene autorizzata ad assumere con concorso 3.900 funzionari a tempo indeterminato nel biennio 2023-2024 (anche in deroga alla regola del concorso unico della Pa) e per questo la manovra stanzia poco più di 48 milioni per l’anno prossimo e circa 192 milioni di euro per il 2024.

Tornando alle partite Iva «apri e chiudi», in caso di selezione il soggetto per cui sono rilevate delle anomalie sarà chiamato in ufficio in un contraddittorio per esibire i documenti contabili obbligatori e ogni altro documento che attesti l’effettivo esercizio di un’attività economica. In caso di mancata presentazione o di giustificazioni ritenute non esaustive, l’ufficio delle Entrate procederà a chiudere la partita Iva.

E qui c’è uno snodo importante. Il provvedimento di cessazione della partita Iva sarà, infatti, una sanzione di 3mila euro a carico del destinatario del provvedimento. Ma non solo, perché viene prevista la responsabilità solidale proprio per questa sanzione (tra l’altro non ravvedibile) a carico dell’intermediario che ha trasmesso la dichiarazione di inizio attività per conto del contribuente, agendo con dolo o colpa grave. Questo a meno che non sia in grado di dimostrare il proprio errore incolpevole, avendo adottato la diligenza connessa al proprio profilo professionale, come ad esempio l’adeguata verifica della clientela. Una responsabilità solidale duramente criticata dal Consiglio nazionale dei commercialisti, che ha chiesto un dietrofront al Governo precisando come la categoria sia già chiamata «ad adempiere a stringenti attività di identificazione della clientela previsti dalla normativa antiriciclaggio» e non si può chiedere l’assunzione di nuovi oneri «in un contesto in cui non hanno gli strumenti necessari per affrancarsi da tali responsabilità».

A chiudere il cerchio c’è poi la polizza fideiussoria o fideiussione bancaria triennale che il destinatario di un provvedimento di cessazione deve prestare per aprire una nuova partita Iva. Garanzia che non può essere inferiore a 50mila euro. Anzi potrebbe essere anche superiore qualora ci fossero debiti per violazioni fiscali commesse prima della cessazione per importi più elevati.

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