Imposte

Extraprofitti, il governo pronto a correggere le regole per determinare il prelievo

Nessuna penalizzazione per chi versa in base alle regole in corso di revisione. In vista anche la proroga di almeno 15 giorni dello sconto carburanti Interventi senza scostamenti di bilancio

di Laura Serafini

Il governo sarebbe pronto a riscrivere la norma sugli extraprofitti per le imprese che operano nel settore dell’energia. Qualche conferma trapela sulla prospettiva che il nuovo intervento del governo per rafforzare le misure contro il caro energia, che potrebbe prendere anche la forma di un emendamento al decreto Aiuti bis in sede di conversione, partirà proprio dalle revisione della norma che è stata oggetto di numerosi ricorsi. L’ipotesi alla quale si starebbe lavorando passa da un approccio precedente che tassava profitti derivanti da operazioni più diverse, anche le plusvalenze da cessioni di asset, a una tassa applicata in percentuale sul valore della produzione. Tanto che alcuni l’hanno definita una sorta di mini Irap, importando il nome di un imposta del quale - ironia della sorte - in realtà tutti chiedono la progressiva abolizione.

L’impostazione allo studio prevederebbe che coloro i quali hanno provveduto a pagare l’imposta precedente entro fine giugno (o entro la seconda scadenza fissata per oggi, l’ultima prima delle sanzioni) vedrebbero salvaguardare il versamento che sarebbe conteggiato come pagamento eseguito ai sensi della nuova imposta. La revisione della tassa sugli extra profitti sarebbe la premessa per costruire basi più certe a una delle fonti di finanziamento delle nuove misure a supporto di imprese e famiglie contro il caro energia. Tra queste dovrebbero rientrare il rafforzamento del credito di imposta fino a una percentuale del 25% o il prolungamento della Cig gratuita.

In ogni caso il provvedimento non sarà immediato, anche solo per il fatto che il conteggio del gettito degli extraprofitti richiede almeno fra i 5 e gli 8 giorni lavorativi.

La definizione puntuale di quel gettito sarà rilevante anche per varare i decreti del ministero per la Transizione ecologica che consentirebbero di vendere l’energia rinnovabile ritirata dal Gse dai piccoli produttori a un prezzo amministrato ad alcune categorie di imprese, come le energivore. Una misura del genere ridurrebbe i vantaggi per i consumatori legato all’effetto della quota delle rinnovabili nella definizione del prezzo medio dell’energia elettrica, svantaggio che verrebbe compensato con l’utilizzo degli extraprofittti per abbattere gli onere nelle bollette elettriche.

Frattanto sarebbe alla firma il decreto interministeriale tra Mef e Mite che consentirebbe un’ulteriore proroga del taglio delle accise sui carburanti, che altrimenti scadrebbe il prossimo 20 settembre. Secondo le agenzie di stampa la proroga al vaglio sarebbe di 15 giorni, dunque fino al 5 ottobre. Ma in realtà l’ambito temporale potrebbe essere anche più lungo, anche se non superiore al mese.

L’intenzione di allungare gli sconti era stata preannunciata già a inizio agosto con il varo del decreto Aiuti bis, ma per poter dare attuazione al provvedimento bisognava attendere i dati sull’extragettito Iva di luglio con cui la misura continua, in sostanza, ad autofinanziarsi.

Nella giornata di martedì, intanto, palazzo Chigi ha messo in evidenza, nel rilanciare uno studio del think tank brussellese Bruegel, che «i vari interventi del governo sono stati effettuati a saldi invariati, quindi senza ricorrere a nessuno scostamento di bilancio» scenario «reso possibile dal fatto che l’andamento dell’economia è di gran lunga migliore del previsto» come ha ricordato il premier Mario Draghi in conferenza stampa a inizio agosto. Dallo studio emerge che l’Italia è il secondo paese Ue per stanziamenti a favore di famiglie e imprese (49,5 miliardi, il 2,8% del Pil).

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