Adempimenti

Senza doppia rata vecchie deleghe da ricompilare

di Salvina Morina, Tonino Morina

I contribuenti Iva, che avevano scelto di pagare in cinque rate il saldo delle imposte e dei contributi 2017 e la prima rata di acconto per il 2018, con lo 0,40% in più, possono evitare di pagare la doppia rata in scadenza il 20 agosto. Come stabilito dall’articolo unico del Dpcm del 10 agosto 2018, i titolari di partita Iva possono eseguire i versamenti, maggiorati dello 0,40%, in rate mensili di pari importo.

Questi contribuenti, quindi, potranno pagare solo una rata il 20 agosto, ma il numero massimo delle rate si accorcia da cinque a quattro. Possono eseguire i pagamenti del saldo delle imposte e dei contributi 2017 e della prima rata di acconto per il 2018, con lo 0,40% in più, entro i 30 giorni successivi al 2 luglio, che scadono il 1° agosto 2018, che a sua volta slitta al 20 agosto, per effetto della cosiddetta proroga di Ferragosto. In questo caso, sulle somme dovute fino al 2 luglio 2018, al netto delle compensazioni dei crediti, si dovrà applicare un ulteriore aumento dello 0,40 per cento.

Un assetto sul quale l’associazione nazionale commercialisti (Anc) ha qualche dubbio perché, come spiega il presidente Marco Cuchel, un intervento così ritardato «se pensiamo al periodo dell’anno in cui ci troviamo è sostanzialmente fonte di difficoltà e malumori».

I titolari di partita Iva potranno scegliere tra vecchio e nuovo piano di rateazione, ma con l’ultima scadenza al 16 novembre per entrambi. La scelta di pagare in 4 rate comporta l’inutilizzabilità delle cinque deleghe che prevedevano il pagamento della doppia rata al 20 agosto.

Si può fare l’esempio di un titolare di partita Iva, con un debito complessivo Irpef di 40mila euro, comprensivo della maggiorazione dello 0,40% che, in base al vecchio piano di rateazione in cinque rate, paga le prime due rate entro il 20 agosto 2018. In base alle misure attualmente indicate nelle istruzioni per la compilazione del modello Redditi 2018 per il 2017, per i titolari di partita Iva, egli dovrebbe pagare:

entro il 20 agosto la prima e la seconda rata di 8mila euro ciascuna, in totale 16mila euro senza interessi;

entro il 17 settembre la terza rata di 8mila euro, più interessi dello 0,33%, 8.026,40 euro;

entro il 16 ottobre la quarta rata di 8mila euro, più interessi dello 0,66%, 8.052,80 euro;

entro il 16 novembre la quinta e ultima rata di 8mila euro, più interessi dello 0,99%, 8.079,20 euro.

Il costo totale ammonta a 40.158,40 euro.

Il contribuente Iva che sceglie il nuovo piano di rateazione, con un debito Irpef di complessivi 40mila euro, comprensivo della maggiorazione dello 0,40%, dovrà pagare:

entro il 20 agosto la prima rata di 10mila euro;

entro il 17 settembre la seconda rata di 10mila, più interessi dello 0,29%, 10.029,00 euro;

entro il 16 ottobre la terza rata di 10mila, più interessi dello 0,62%, 10.062,00 euro;

entro il 16 novembre la quarta e ultima rata di 10mila, più interessi dello 0,95%, 10.095,00 euro.

Il costo totale ammonta a 40.186,00 euro. In pratica, con l’eliminazione della doppia rata al 20 agosto, il contribuente eviterà di pagare due rate nello stesso giorno ma, a seguito dell’accorciamento delle rate, da cinque a quattro, pagherà qualcosa in più di interessi, dovrà fare ulteriori calcoli e rifare i nuovi modelli F24. Nel caso specifico, a fronte di un debito di 40mila euro, si pagherebbero 27,60 euro in più di interessi (40.158,40 euro con la doppia rata il 20 agosto, invece di 40.186 euro senza la doppia rata al 20 agosto).

A causa del ritardo con il quale è stato risolto il problema, è facile pensare che molti contribuenti manterranno il vecchio piano di rateazione.

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