Imposte

Bonus, Reddito, fisco e pensioni: la manovra cresce di 34 articoli

Aumenta di 10 miliardi il fondo rotativo per velocizzare la spesa del Pnrr, 1,6 miliardi in tre anni ai contratti di espansione

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Dopo 13 giorni di intenso lavorio dall’approvazione formale del disegno di legge di bilancio in consiglio dei ministri, la nuova bozza della manovra lievita di almeno 34 articoli. L’impianto, come sottolineato a più riprese nelle ultime ore da Palazzo Chigi è rimasto fermo nei suoi capisaldi. Ma per l’ingresso in Senato del testo finale bisognerà attendere ancora, perché l’invio è previsto domani con l’apertura della sessione di bilancio.

Dall’evoluzione della bozza emergono però novità importanti. Cresce di 10 miliardi all’anno il fondo di rotazione per il Recovery Plan, che sale quindi a 50,3 miliardi per il 2022, mentre nel 2023 l’aumento è di 9 miliardi e porta lo stanziamento a 53,6 miliardi. Non si tratta di risorse aggiuntive rispetto al totale del Pnrr, perché il fondo è appunto rotativo con i soldi comunitari, ma di una contrazione nei tempi di spesa previsti che aumenta quindi l’assegnazione nei prossimi due anni. Tutti italiani sono invece gli 1,6 miliardi in tre anni destinati al contratto di espansione, che con la manovra si apre a tutte le aziende con più di 50 dipendenti per favorire il turn over con lo scivolo pensionistico fino a 5 anni. Altri 700 milioni finanzieranno le integrazioni salariali in deroga nei settori ancora in difficoltà per la crisi pandemica.

Ricco l’elenco di aggiunte sugli investimenti. Due nuovi fondi pluriennali guardano poi alla manutenzione straordinaria delle strade (3,35 miliardi dal 2022 al 2036) e alla “mobilità sostenibile” (2 miliardi fino al 2034), mentre per le metropolitane di Milano, Torino, Genova, Roma e Napoli i miliardi saranno 3,1 fino al 2036. Altri due miliardi fra 2022 e 2036 serviranno per la manutenzione delle scuole. Le novità guardano però anche alla spesa corrente: per liberare in particolare quella delle Regioni oltre a quella degli enti locali, arriva la possibilità di rinegoziare i prestiti ottenuti dal 2013 per il pagamento dei debiti commerciali che oggi pagano interessi superiori al 3%: a guidare il nuovo tasso saranno i BTp di durata simile, mentre per Comuni e Province servirà una convenzione con Cdp da firmare entro 30 giorni dall’approvazione della legge. Nel capitolo enti locali entra anche una coppia di precisazioni sugli aumenti delle indennità: che potranno essere pieni già dal 2022, senza aspettare la progressione dei fondi statali (45% l’anno prossimo, 68% nel 2023 e 100% dal 2024) e ora trascinano esplicitamente all’insù anche i compensi di vicesindaci, assessori e presidenti di consiglio. A Roma capitale andranno 15 milioni anche per finanziare la candidatura a Expo 2030.

Qualche correttivo interessa anche il capitolo fiscale. Il fondo taglia tasse stanzia 8 miliardi per il 2022 e altri 8 per l’anno successivo da utilizzare per ridurre il cuneo fiscale, o in alternativa riscrivere le aliquote e le detrazioni Irpef oppure ritoccare il bonus dei 100 euro e l’ulteriore detrazione da lavoro dipendente. In ultima istanza la scelta potrebbe ricadere su una riduzione dell'aliquota Irap. Nel nuovo articolo 2 viene precisato che il fondo taglia tasse della legge di bilancio dello scorso anno, che ha una dote di 2 miliardi per il 2022 e 1 miliardo per il 2023, viene incrementato nei due anni rispettivamente di 6 e di 7 miliardi.

Una riscrittura nella forma, ma che vale anche nella sostanza, ha riguardato anche il capitolo riscossione. Viene precisato che l’addio ai costi del servizio di riscossione delle cartelle pagato dai contribuenti morosi viene ora spalmato su tutta la collettività con un peso fissato in 990 milioni l’anno a decorrere dal 1° gennaio 2022. Nel processo di trasformazione e unificazione di Agenzia entrate Riscossione e Agenzia delle Entrate, la nuova norma parla esplicitamente di indirizzo e controllo di quest’ultima nei confronti dell’agente pubblico della riscossione. Qualcosa di più del monitoraggio indicato nella prima bozza della manovra.

Il capitolo più discusso nelle riunioni tecniche è stato certamente quello del Superbonus, dove alla fine le scelte iniziali sono state modificate soltanto sulla cedibilità dei crediti e degli sconti in fattura degli incentivi edilizi diversi dal 110%. Come anticipato venerdì scorso su queste pagine sia la cedibilità dei crediti sia gli sconti in fattura per ecobonus, facciate, ristrutturazioni e sismabonus è stata prorogata al 2024. Allo stesso tempo, però il Governo nel Consiglio dei ministri di ieri ha approvato un decreto legge che potenzia i controlli del Fisco nell’accertamento e nel contrasto al riciclaggio. Nessuna modifica, invece, al limite Isee di 25mila per il 110% nelle unità unifamiliari fino al 31 dicembre 2022, che dovrebbe essere però rivisto in Parlamento.

Ampiamente anticipata e recepita nell’ultima bozza anche la scelta del Governo di tornare a quota 58 anni per Opzione donna. Mentre più articolati sono stati gli interventi sul reddito di cittadinanza dove si segnala la mancata proroga del contratto per i navigator (per i dettagli si rinvia ai servizi in pagina).

Tra le novità dell’ultimo testo sugli aiuti alle imprese entra a sorpresa una misura che torna a restringere le modalità di accesso dei finanziamenti agevolati della Nuova Sabatini: l’erogazione in un'unica soluzione sarà di nuovo possibile solo per finanziamenti fino a 200mila euro.

Per le imprese del Sud c’è poi la misura che sblocca il credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno per il 2022. La misura è già prevista dalla legislazione vigente ma per consentirne la fruizione da parte delle imprese è stata necessaria una correzione facendo riferimento alla nuova Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.

A far crescere il numero di articoli della legge di bilancio interviene poi una serie di misure sulla disabilità. Il fondo per la non autosufficienza viene trasferito al Mef e cresce di 50 milioni all’anno fra 2023 e 2026, altri 50 milioni all'anno in più sul 2022 e 2023 vanno al fondo per l’inclusione dei disabili e interventi specifici vengono previsti per l'assistenza a scuola e per favorire il turismo delle persone diversamente abili.

Le novità
1.
Prorogati al 2024 cessione del credito e sconto in fattura
Prorogata al 2024 la cedibilità dei crediti sia gli sconti in fattura per ecobonus, facciate, ristrutturazioni e sismabonus è stata prorogata al 2024. È questa la novità sostanziale al capitolo detrazioni fiscali edilizie. Per il Superbonus al 110% vengono invece confermate le norme iniziali. Dunque prolungamento fino al 2023 solamente per i condomini, con un décalage dell’entità della detrazione per i due anni successivi ( 70 % per le spese sostenute nel 2024 e 65% nel 2025). Nessuna modifica invece al limite Isee di 25mila per il 110% nelle unità unifamiliari fino al 31 dicembre 2022, che dovrebbe essere però rivisto in Parlamento.

2. Sul fondo taglia tasse 16 miliardi in due anni. Stop aggio da 990 milioni
Stanziati sul fondo taglia tasse 8 miliardi per il prossimo anno e altri 8 per il 2023 da utilizzare per ridurre il cuneo fiscale oppure intervenire su aliquote e detrazioni Irpef (o sul bonus 100 euro). Tra le ipotesi anche una riduzione dell’aliquota Irap. Al capitolo riscossione viene precisato che l’addio all’aggio sulle cartelle pagato dai contribuenti morosi viene spalmato su tutta la collettività. Con un costo di 990 milioni l’anno a partire dal 2022. Nel processo di unificazione di Agenzia entrate Riscossione e Agenzia delle Entrate definite le funzioni di indirizzo e controllo di quest’ultima nei confronti dell’agente pubblico della riscossione.

3. Aiuti 4.0 fino al 2025 e bonus sulla ricerca fino al 2031 ma con tagliConfermato l’impianto degli incentivi su beni strumentali e innovazione. Proroga per i crediti di imposta per i beni strumentali digitali 4.0 al 2025 (fino al 30 giugno 2026 per le consegne con acconto del 20% versato l’anno prima). Ma dal 2023 le aliquote si dimezzeranno rispetto a quelle del 2022: 20% per investimenti fino a 2,5 milioni, 10% per la quota tra 2,5 e 10 milioni e 5% per la quota oltre 10 milioni e comunque fino a 20 milioni. Bonus ricerca e sviluppo fino al 2031: l’aliquota scende al 10% ma sale da 4 a 5 milioni il beneficio massimo. Dal 2023 scatta invece lo stop al credito d’imposta sui beni strumentali tradizionali (ex “superammortamento”).

4. Nuova Sabatini, tornano i limiti sulle erogazioni. Sbloccato il bonus sud
Nell’ultima versione della manovra il rifinanziamento della Nuova Sabatini cala a 900 milioni fino al 2027 (nella precedente bozza erano 1.080 fino al 2026). A sorpresa tornano modalità di accesso al contributo più restrittive: l’erogazione in un’unica soluzione sarà di nuovo possibile solo per finanziamenti fino a 200mila euro. Tra le novità del testo, c'è poi la misura che sblocca il credito d’imposta per gli investimenti al Sud nel 2022. L’incentivo è già previsto dalla legislazione vigente, ma per consentirne la fruizione da parte delle imprese è stata necessaria una correzione facendo riferimento alla nuova Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027.

5. Si riduce il Fondo Pmi. Per Opzione donna la soglia resta a 58 anni
Nella versione aggiornata del testo del Ddl di bilancio (non ancora bollinata dalla Ragioneria generale) si riduce di 50 milioni la dote per il 2022 (che scende a 150 milioni) del Fondo per le uscite anticipate nelle Pmi in crisi. Confermato il dietrofront su Opzione donna: anche il prossimo anno i requisiti per il pensionamento anticipato “contributivo” delle lavoratrici restano almeno 35 anni di contributi e 58 anni d’età (59 se “autonome”), anziché 60 come ipotizzato inizialmente dal governo. Sempre nel 2022 sarà disponibile per tutti l’uscita con Quota 102 e sarà prolungata l’Ape sociale in forma “estesa”.

6. Ammortizzatori estesi ad apprendisti e addetti a domicilio
Con una spesa di circa tre miliardi nel 2022 nella manovra entra il restyling degli ammortizzatori sociali, che vengono estesi anche ad apprendisti e lavoratori a domicilio. Da gennaio 2022, il Fis, il Fondo di integrazione salariale, coprirà anche le micro imprese del terziario: fino a cinque dipendenti vengono concesse 13 settimane di ammortizzatore nel biennio mobile, oltre i 5 addetti 26 settimane. L’aliquota di finanziamento resta 0,50 fino a 5 dipendenti, 0,80 per quelli sopra i 5. Si modificano i contratti di solidarietà e il contratto di espansione che viene esteso a tutte le imprese con almeno 50 dipendenti.

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