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Imprese florovivaistiche, i vasi non sono necessariamente imballaggi

Il ministero dell’Agricoltura: i vasi da fiori, sono considerati «imballaggi» quando sono usati solo per la vendita e il trasporto di piante e non destinati a restare con la pianta per la sua durata di vita

I vasi non sono necessariamente imballaggi. Lo ha chiarito il ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) in risposta all’interrogazione parlamentare 3-00300 del senatore Meinhard Durnwalder, fortemente voluta da Confagricoltura.

Il contributo ambientale

Con il decreto 19 ottobre 2022, sono stati definiti criteri e modalità di utilizzo di risorse per complessivi 25 milioni di euro indirizzate alle imprese florovivaistiche per compensare parte dell’incremento dei costi energetici sostenuti nel periodo 1° marzo 2022 - 31 agosto 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A fine 2022, il Conai (Consorzio nazionale imballaggi) ha deciso, con delibera del 14 dicembre 2022, di indicare la dimensione dello spessore come parametro tecnico strutturale finalizzato a individuare quale tipologia di vaso deve essere considerata imballaggio e quindi soggetta al contributo ambientale Conai (Cac), specificando che saranno considerati imballaggi i vasi di spessore inferiore a 0,8 mm.

La scelta di tale parametro, tuttavia, rischia di penalizzare le buone pratiche di sostenibilità e di economia circolare, dato che si focalizza su tipologie di vasi in cui la ricerca e l’innovazione sono maggiormente attive per impiegare sempre meno materiale plastico e per assottigliare gli spessori a parità di prestazioni. È opinione comune delle imprese florovivaistiche che i vasi in plastica per fiori e piante non rientrino nella definizione di imballaggio poiché non sono esclusivamente orientati al «trasporto» e alla «commercializzazione» dei prodotti ma rappresentano elementi imprescindibili per lo sviluppo e la crescita delle piante, sia in fase di produzione che nelle fasi successive. Secondo tale visione, i vasi dovrebbero essere considerati come mezzi di produzione più che come imballaggi (e, quindi, non soggetti al contributo).

L’interrogazione e la risposta

Con l’interrogazione, è stato, pertanto, chiesto ai ministri dell’Agricoltura e dell’ambiente quali iniziative urgenti si intendano adottare per evitare che la decisione del Conai neutralizzi in buona parte l’intervento del ministero dell’Agricoltura a favore delle aziende florovivaistiche italiane e, contestualmente, quali siano le prospettive di crescita del settore sul mercato internazionale, dove i competitor non sono soggetti al pagamento per i mezzi di produzione.

Nella risposta, il Masaf ricorda anzitutto che le imprese agricole che utilizzano o importano imballaggi non sono obbligate all’iscrizione ai consorzi (articoli 223 e 224 del Codice dell’ambiente) e non sono soggette alla relativa contribuzione. Tuttavia il Codice dell’ambiente è utile per identificare i prodotti che sono considerati «imballaggi». L’allegato E, parte quarta, del codice fornisce specifici criteri esplicativi sui quali basare la definizione di imballaggi e, in particolare, per quanto riguarda i vasi da fiori, sono considerati «imballaggi» quando sono usati solo per la vendita e il trasporto di piante e non destinati a restare con la pianta per tutta la sua durata di vita; non sono, invece, configurati come imballaggi quando sono destinati a restare con la pianta per tutta la sua durata di vita. Ciò significa che non è corretto considerare il vaso come imballaggio in ogni caso. Il ministero ha assicurato che la questione avrà, quindi, la dovuta attenzione al fine di scongiurare aggravi economici che rischierebbe di penalizzare ulteriormente le imprese del settore.

Nella risposta il ministero ha ricordato la necessità di arrivare alla definizione di una legge quadro nazionale di riferimento per il settore florovivaistico e ha informato che è in corso l’elaborazione di un disegno di legge delega, già preannunciato alla Presidenza del Consiglio il 7 febbraio scorso.