Informazioni vincolanti sul valore a tutela delle imprese

L’introduzione nella normativa unionale delle informazioni vincolanti sul valore in dogana (Ivv) costituirebbe «una garanzia sia di certezza e affidabilità del diritto, sia di uniformità di applicazione della normativa doganale in tutto il territorio dell’Unione». Lo ha detto ieri a Roma il condirettore generale di Assonime, Ivan Vacca, che, introducendo i lavori del terzo seminario promosso dall’Associazione delle Spa e dall’agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm), ha illustrato la posizione di Assonime sulla consultazione esplorativa avviata in materia dalla direzione generale Ue Fiscalità e Unione doganale.

Il tema del valore in dogana - ha spiegato Vacca - è importante perché la maggior parte dei dazi sulle importazioni Ue è commisurato, in percentuale, al valore dichiarato della merce importata. Nella generalità dei casi, pertanto, il valore in dogana costituisce la base imponibile per l’applicazione della tariffa doganale comune, nonché per il calcolo delle imposte nazionali che gravano sulle merci importate. Tuttavia, le disposizioni regolanti la determinazione del valore in dogana delle merci, pur recependo principi elaborati in ambito internazionale «non sempre risultano di agevole interpretazione e applicazione, esponendo le imprese al rischio di commettere errori e irregolarità suscettibili di sanzioni, che nella specie possono risultare piuttosto gravose».

Per le Dogane e i Monopoli – ha sottolineato Cinzia Bricca, vice direttore Adm – l’istituto delle informazioni vincolanti è oggi previsto unicamente in relazione agli istituti della classificazione (Informazione tariffaria vincolante, Itv) e dell’origine (Informazione vincolante in materia d’origine, Ivo) delle merci, ma non anche al valore doganale di cui è auspicabile - visto soprattutto il positivo sondaggio condotto dalla Commissione europea - che intervengano quanto prima le opportune modifiche alla normativa unionale doganale».