Bonus pubblicità anche se la spesa è sostenuta dalla capogruppo estera

Il bonus pubblicità spetta anche se la spesa sostenuta è poi ribaltata sulla capogruppo estera. A queste conclusioni giunge la risposta a interpello 143/2022, pubblicata il 21 marzo.

In particolare, una società che si occupa di distribuzione di vini e bevande alcoliche in Italia per una multinazionale francese chiede se possa fruire del credito d’imposta previsto dall’articolo 57 bis del decreto legge 50 del 2017 relativo agli incentivi fiscali per investimenti pubblicitari su quotidiani, periodici e sulle emittenti televisive e radiofoniche.

Il punto, infatti, è che trattandosi di una società controllata gli oneri economici non restano a suo carico ma ricadono direttamente sulla capogruppo.

L’agenzia delle Entrate chiarisce che la norma è stata introdotta in favore «delle imprese che abbiano effettuato investimenti in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica anche online». Sotto il profilo della legittimazione, la «disposizione» pone come una condizione per godere dell’agevolazione «che il soggetto che intende beneficiare del credito abbia effettuato investimenti qualificati nel periodo temporale rilevante (2017 e 2018, ndr), ma non chiede anche che lo stesso rimanga inciso del relativo onere economico».

In sostanza, sulla base delle norma, «sembrerebbe irrilevante che il richiedente oltre a essere il soggetto che materialmente effettua gli investimenti qualificati sia anche il soggetto che ne sopporta a tutti gli effetti il relativo costo».

Per questo, conclude l’Agenzia, «il ribaltamento delle spese ad altri soggetti del gruppo, nello specifico non residenti, non inficia il loro riconoscimento ai fini della disciplina agevolativa in commento».