Professione

Rapporto Covip, Casse avvocati e commercialisti prime nella crescita (+10% annuo)

L’attivo di Cf è di 18miliardi. Gli avvocati in servizio sono 241.830, i pensionati 30.243, con un rapporto rispetto al patrimonio di 66mila euro per professionista (sono 153mila per ogni commercialista)

di Francesco Machina Grifeo

Cassa forense è tra le prime cinque Casse di previdenza italiane di maggiori dimensioni. Le ’big five’ insieme concentrano il 74,6% dell’attivo totale, un dato in crescita rispetto al 68,6% del 2011. Il primato va ad Enpam, la Cassa dei medici, a cui fa capo il 25,6% del totale; seguono l’istituto di previdenza degli avvocati con il 16,7%; Inarcassa (Ingegneri e architetti) con il 13,1%, Cassa dottori commercialisti (Cnpadc) con il 10,9% ed Enasarco (agenti di commercio) con l’8,3%. Da sole, però, le prime 3 casse raggruppano il 55,4 % del totale rispetto al 46,9 del 2011.

Sono alcune delle evidenze che vengono fuori dal "Quadro di sintesi" dei dati relativi al patrimonio delle Casse di previdenza e alla loro gestione finanziaria nel 2021, presentati questa mattina dal Presidente della Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione), Mario Padula, presso la Sala Zuccari del Senato, alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone.

Le risorse complessive del settore a valore di mercato alla fine del 2021, si legge nel rapporto, sono pari a 107,9 miliardi di euro. Dal 2011 al 2021 sono cresciute di 52,2 miliardi, pari in media al 6,8% su base annua. A fronte dei valori riscontrati nell’aggregato, tuttavia «permangono divergenze, anche ampie, nelle attività e nelle dinamiche di crescita delle singole Casse di previdenza».

Se infatti guardiamo ad un orizzonte decennale, le casse di previdenza più grandi «mostrano tassi di crescita dell’attivo superiori a quello generale». In particolare, per quanto concerne le prime 5 Casse esso si attesta in media al 7,7 % su base annua, con punte superiori al 10 % in due di esse: Cassa Forense e Cassa Dottori Commercialisti; mentre nelle restanti casse l’incremento medio annuo è stato inferiore, pari al 4,6 per cento.

Le differenze nella dimensione dell’attivo delle singole casse di previdenza – Enpam: 27,7 mld di euro; Cassa forense 18mld; Inarcassa 14,1 mld e Cnpadc 11,7 mld – e nei rispettivi tassi di crescita, spiega il report, «dipendono da una pluralità di fattori, quali la redditività degli investimenti e l’andamento dei saldi previdenziali». Su questi ultimi ovviamente incidono i «regimi contributivi e prestazionali, oltre che le caratteristiche reddituali e socio-demografiche dei diversi bacini di riferimento».

Se dunque guardiamo al numero degli iscritti, la Cassa avvocati si piazza solidamente al secondo posto con 241.830 attivi e 30.243 pensionati. L’Enpam la supera largamente con 373.407 attivi e 143.210 pensionati. Cnpadc ha invece "solo" 66.698 iscritti e 9.903 quiescienti. Ridotti i numeri del notariato (CNN) con 5.021 professionisti in servizio e 2.659 pensionati. Se guardiamo però al rapporto tra attivo dell’istituto e numero di professionisti la classifica cambia. Così i notai hanno un attivo pari a 1,899 mld di euro, che corrisponde a 246mila euro a professionista (pensionati inclusi). Lo stesso rapporto si ferma a 66mila euro per ogni singolo avvocato, a 53mila euro per i medici mentre risale di molto toccando i 153mila per ogni commercialista.

Complessivamente poi il risparmio previdenziale intermediato da Casse di previdenza e Fondi pensione a fine 2021 ha raggiunto 321,1 miliardi di euro, il 18% del Pil: 107,9 miliardi di euro fanno capo alle Casse di previdenza e 213,2 miliardi ai Fondi pensione.

Sugli assetti regolamentari in materia di investimenti, invece afferma il rapporto, "continua a pesare l’assenza di un quadro normativo unitario che ne determina una varietà più ampia di quella che la peculiarità delle singole Casse potrebbe giustificare". La Covip sottolinea «l’importanza di portare rapidamente a conclusione la procedura per l’adozione del Regolamento interministeriale in materia di investimenti delle risorse finanziarie delle Casse di previdenza, di conflitti di interesse e di depositario, che, secondo l’originaria previsione legislativa, avrebbe dovuto essere adottato oltre dieci anni».

Una istanza condivisa dalla Ministra Calderone. «Da oltre 10 anni – ha ribadito la ministra a margine della presentazione - è prevista l’emanazione di una norma in materia di investimento delle risorse finanziarie da parte degli enti dei liberi professionisti e sui conflitti di interesse. Il decreto interministeriale dovrà tenere conto dell’attuale complessità dei mercati finanziari e il metodo con cui procedere alla sua emanazione dovrà contemplare una cornice normativa condivisa e flessibile, per garantire un’autonoma operatività. Credo che il tempo non sia passato invano e certamente le esperienze, acquisite anche in termini di vigilanza, non potranno che condurre a un orientamento di carattere qualitativo e privilegiare la sana e prudente gestione».

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