Contabilità

Terzo settore, riforma allo sprint

di Giovanni Parente

Uno sprint per completare l’attuazione della riforma del Terzo settore. Sono in fase di elaborazione quattro atti normativi: il decreto interministeriale per individuare i criteri e i limiti delle attività strumentali e secondarie esercitate dagli enti del Terzo settore; un decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) per definire modalità e termini per l’accesso al riparto del cinque per mille per il quale il fondo da 500 milioni è diventato strutturale; gli atti normativi di attuazione dell’impresa sociale; il decreto interministeriale sul credito d’imposta per le fondazioni bancarie che finanziano il sistema dei centri di servizio del volontariato. A questo si aggiungono anche i chiarimenti che l’agenzia delle Entrate fornirà sulle questioni fiscali relative al Terzo settore in occasione di Telefisco del Sole 24 Ore il prossimo 1° febbraio. È la road map dell’attuazione emersa ieri durante la conferenza stampa a cui hanno partecipato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il sottosegretario Luigi Bobba. Un incontro in cui è stato fatto il punto anche sui provvedimenti finora adottati dopo l’emanazione del Codice del terzo settore (Dlgs 117/2017) e il decreto sull’impresa sociale (Dlgs 112/2017). Bobba ne ha passato in rassegna dieci, tra cui figurano anche i due Dm del lavoro ancora in fase di registrazione relativi alla nomina del Consiglio nazionale del Terzo settore e all’organismo nazionale di controllo.

Ma comunque la partita dell’attuazione («c’è un lavoro in corso con uno sforzo notevole della struttura per completare l’attuazione» ha rimarcato Poletti) potrebbe vedere una riapertura del cantiere dei decreti legislativi di attuazione della legge di riforma del Terzo settore (legge 106/2016). «Stiamo raccogliendo da operatori sollecitazioni e istanze e valuteremo se è come intervenire con decreti correttivi tenendo conto che siamo a fine legislatura e della durata del Governo in carica» ha sottolineato il sottosegretario Bobba.

Il contesto in cui è stata presentata la road map di attuazione ha visto anche la presentazione dei dati dell’ultima rilevazione Istat sul Terzo settore. Ebbene, alla fine del 2015 erano 336.275 le istituzioni non profit (in crescita del 10% rispetto al 2011) in cui operavano 789mila dipendenti (dato in aumento del 15% sul 2011) e 5,5 milioni di volontari (+16%). A livello territoriale la concentrazione maggiore si registra al Nord (il 51% delle istituzioni): Lombardia e Veneto si confermano le regioni con la presenza maggiore (rispettivamente 15,7% e 8,9%).

«Un segnale positivo» lo ha definito Poletti, anche in considerazione del fatto che questa crescita si è verificata in anni in cui la crisi si è fatta sentire. Ma il ministro intravede già la prossima sfida: «Abbiamo bisogno di un dialogo tra terzo settore e amministrazioni per le politiche di contrasto alla povertà».

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