Professione

Con Twitter lo studio può moltiplicare informazioni e contatti

di Paola Parigi

Come tutti i social network, anche Twitter offre notevoli utilità per la comunicazione dei professionisti, a condizione che venga usato correttamente.
«Si tratta del cocktail party più grande del mondo, da qualche parte sta avvenendo una conversazione interessante». Uno degli avvocati americani più attivi al mondo su Twitter, Adrian Dayton (@ariandayton), ha sintetizzato così il senso e il tipo di socialità che si può avere su quel social network.
Per cominciare ad utilizzare Twitter, occorre innanzitutto cominciare ad ascoltare, porsi correttamente dal punto di vista del follower, ovvero di colui che segue, il lettore, delle news su Twitter.
Si tratta infatti di un gigantesco canale di notizie che vengono propagate da chiuque e su qualunque argomento.
Naturalmente non tutte le notizie sono interessanti né tutte le fonti sono altrettanto affidabili e coerenti con i nostri interessi, quindi la prima selezione, che comincerà a creare il nostro ambiente su Twitter, parte dalla scelta delle fonti da seguire.
Si può cominciare con i canali tradizionali, i singoli giornalisti, gli opinion makers, le stesse personalità istituzionali che oramai comunicano alla nazione utilizzando questo strumento.
Una volta compreso di cosa si tratta si scoprirà che Twitter è una fonte inesauribile di informazioni in tempo reale, utilizzabile tanto per avere notizie di prima mano in casi di emergenza, quanto per seguire eventi a distanza o dibattiti su temi di nostro interesse.
Essere su Twitter, di per sé, ci autorizza a intervenire su qualunque tema in qualunque momento, si tratti di replicare a un concetto espresso dal Papa, dal direttore di un giornale o da un collega.

L’hashtag e la ricerca

Ogni utente su Twitter ha un nome preceduto dalla chiocciolina, per seguire qualcuno sarà sufficiente cercarlo e cliccare su “segui”.
Se invece si desidera essere e restare informati su contenuti specifici, occorre sapere che essi vengono normalmente organizzati, nel mare magnum di Twitter, seguendo un criterio che viene, di volta in volta stabilito dai gusti degli utenti attraverso l’hashtag che altro non è che un marcatore (tag), preceduto dal segno “cancelletto” (hash per l’appunto), e seguito da una o più parole unite tra loro che ne sintetizzano, ulteriormente il significato.
Quando un hashtag piace, viene utilizzato da tutti quelli che partecipano alla conversazione oppure un hashtag viene creato ad hoc per consentire a chiunque di seguire l’argomento (o l’evento) senza disperdersi nei messaggi dal contenuto diverso.
Un esempio è il nome di un evento, usato come hashtag durante la sua durata (#ElezioniUK, #G7Ambiente), o una parola chiave che riunisca attività, movimenti, argomenti (come ad esempio #pasocial o #opendata che identificano il tema ricorrente in numerose attività, eventi e notizie).
Quando un hashtag diventa importante e un numero elevato di utenti seguono le conversazioni collegate, si parla di Trend Topic.


Seguire non significa essere seguiti

La costruzione della nostra audience, invece, comincia con la selezione dei contenuti che si intende comunicare. Come per gli altri Social media, è opportuno avere chiaro in mente un minimo di piano editoriale e non discostarsi troppo dalla linea tracciata.
Per l’uso professionale di Twitter sarà dunque consigliabile scegliere temi legati in qualche modo alla nostra attività, meglio se contenuti originali e specifici, sui quali si possa, all’occorrenza anche rispondere a domande o richieste di approfondimento.
Non è una norma che chi seguiamo a sua volta lo faccia con noi, ma ove questo succede, è buona educazione ringraziare con un messaggio privato nel quale è lecito fornire anche link e indirizzi ad altre fonti che ci riguardano (sito, profilo Linkedin, pagina Facebook).


La sintesi non implica la povertà di contenuti

Come è noto, il Tweet (l’unità di misura degli interventi su Twitter), è di 140 caratteri, il che pone un limite fisico a quanto è possibile dire. Questo numero includeva in passato anche i caratteri di cui sono composti i nomi (@username), dell’utente o degli utenti a cui si sta rispondendo, le immagini e i gif, e i caratteri che compongono i link che si allegano al messaggio di testo.
Mentre i primi due elementi (nome degli utenti e immagini), sono stati esclusi dal conteggio grazie ad una rivoluzione voluta dagli stessi creatori di Twitter, i link restano parte dei 140 caratteri.
Per poter quindi comunicare, ad esempio, di aver pubblicato un nuovo articolo sul proprio sito / blog, sarà utile indicarne il link dopo averlo opportunamente accorciato grazie ad uno dei tanti servizi gratuiti che si trovano in rete, digitanto «URL shortener» nel motore di ricerca).
La sintesi del tweet infatti è solo apparente, poiché il Tweet può essere un veicolo di immagini e di link a contenuti più estesi che si trovino altrove sulla rete (sito o altro social).


Immagini e link, quando sono effica ci

È stato calcolato (da una ricerca della Columbia University), che i link allegati ai Tweet vengono aperti solo nel 40% dei casi, indipendentemente dal numero di volte in cui vengono condivisi. Questo significa che la maggioranza degli utenti tende ad accontentarsi del “titolo” dato al tweet ed è disposto a rigirarlo a tutti i propri follower indipendentemente dall’averne approfondito il contenuto.
A maggior ragione gli utenti sono attirati dalle immagini che rendono più accattivante il Tweet. Le immagini in diretta da un evento, fatte dal proprio cellulare ci collocano nell’evento, come testimoni oculari e sono certamente più originali e interessanti di foto di repertorio utilizzate solo per illustrare concetti.
Normalmente, quando si condivide su Twitter qualcosa che si è pubblicato altrove (ad esempio un post sul proprio sito/blog), è possibile predeterminare l’uso di una specifica immagine grazie a settaggi opportuni utilizzati nel momento della pubblicazione su sito /blog.


Twitter è una cassa di risonanza

L’audience è costruita lentamente attraverso la cura dei contenuti. Ogni follower conquistato è un potenziale contatto, che va fidelizzato e curato. Ogni Tweet è potenzialmente una conversazione avviata e in caso di contatto o replica diretta, è importante non lasciarla cadere.
I contenuti e i temi affrontati, saranno tanto più interessanti per i nostri follower quanto più inerenti alla loro area di interesse e tanto più se sono originali.
In alcuni casi è importante fare la propria parte nel Re-Twittare contenuti altrui, contribuendo così all’aumento dell’altrui audience e diventare un membro attivo della comunità, ma senza esagerare.
Le cose che piacciono su Twitter sono determinate dal seguito che ottengono e bisogna tener conto che si tratta di una fruizione praticamente istantanea e spesso distratta, ma allo stesso tempo, di un grande contenitore dove niente viene buttato e tutto si può ritrovare, se opportunamente collocato all’interno di un argomento, grazie al corretto uso dell’hashtag.
Anche Twitter consente di veicolare contenuti pubblicitari, ma questo, salvo rare eccezioni, quale ad esempio la promozione di un evento, non riguarda le attività professionali.

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