Diritto

Codice della crisi, il Csm indica le buone prassi utili ad attuare la riforma

La raccolta di pratiche organizzative e gestionali punta sulla continuità

di Giovanni Angelini e Gianluca Dan

Il Consiglio superiore della magistratura scende in campo con una raccolta di “buone prassi nel settore delle procedure concorsuali” con l’obiettivo di fornire indicazioni agli uffici per organizzare e governare l’entrata in vigore del Codice della Crisi.
Si tratta di uno strumento che non interferisce nell’interpretazione delle norme ma che punta a rilevare, analizzare e perfezionare le prassi organizzative gestionali connesse a molteplici orientamenti giurisprudenziali, tenuto conto che molte di queste prassi sono già state recepite dal legislatore nel Codice della crisi: in tali casi le linee guida servono a una migliore comprensione e attuazione delle nuove norme.
Gli obiettivi, che si saldano a quelli della riforma, sono la tempestiva emersione della crisi e la maggiore efficienza delle procedure. Gli indirizzi della direttiva Insolvency (la 2019/1023) evidenziano come i quadri di ristrutturazione preventiva dovrebbero permettere ai debitori di ristrutturarsi efficacemente in una fase precoce, di prevenire l’insolvenza e, quindi, di evitare la liquidazione di imprese risanabili: ciò al fine di impedire la perdita di posti di lavoro, di conoscenze e di competenze e massimizzare così la soddisfazione dei creditori.
Il Paper pubblicato da Banca d’Italia a marzo 2018 evidenzia gli effetti negativi della tardiva emersione della crisi in ambito nazionale attraverso una sintesi di dati relativi ai alle procedure concordatarie aperte fino al 2014: gli imprenditori ammessi al concordato preventivo hanno prospettato il pagamento dei creditori chirografari in una percentuale media del 21% per i concordati liquidatori, del 27% per quelli in continuità diretta, del 20% per quelli in continuità indiretta, con una riduzione della percentuale di soddisfazione al 20% nei concordati in continuità e al 13,8% in quelli liquidatori. Il concordato in continuità garantisce quindi un maggior soddisfacimento dei creditori.
Situazione ancora peggiore se si esaminano i crediti ammessi al passivo dei fallimenti dichiarati in Italia. Secondo il documento di analisi di impatto della regolamentazione relativo al Codice della crisi, trasmesso alle Camere insieme al testo normativo, la percentuale di soddisfazione del debito erariale ammesso al passivo relativo ai fallimenti pendenti in Italia nel 2018 (105 miliardi) era pari all’1,61%, pur trattandosi di crediti privilegiati.
Il Pnrr ha stimato che la riduzione dei tempi di definizione dei fallimenti da nove a cinque anni potrebbe portare a un incremento della produttività italiana di 1,6 punti percentuali.
Se l’impresa non è risanabile si valorizza l’iniziativa del Pm, che dovrà essere funzionale sia all’espunzione dal mercato delle imprese insolventi in ragione del grave pregiudizio che esse arrecano al funzionamento del sistema economico, sia a indurre l’imprenditore riluttante a prendere consapevolezza della gravità della crisi, nel rispetto della direttiva Insolvency, secondo la quale «le imprese non sane che non hanno prospettive di sopravvivenza dovrebbero essere liquidate il più presto possibile».
L’obiettivo dell’efficienza nella gestione delle procedure concorsuali impone, quindi, una particolare attenzione. Da un lato la specializzazione dei magistrati, dovendosi auspicare un percorso di formazione che accomuni magistrati giudicanti e requirenti addetti a tale settore (come peraltro imposto dai considerando 85 e 86 della direttiva). Dall’altro la specializzazione dei professionisti coinvolti a vario titolo nella gestione delle procedure, nei cui confronti va quindi condotta una rigorosa selezione, in ragione della professionalità, della indipendenza, della imparzialità, oltre che un’attenta vigilanza sulla diligenza e tempestività del loro operato.

L’aiuto operativo
Le linee guida

Le linee guida (completate da 19 modelli di documenti di uso più frequente da parte degli operatori) si dividono in due parti, l’una riferita ai Tribunali e l’altra alle Procure della Repubblica, il cui ruolo di garante dell’integrità dei mercati è rimarcato. La parte dedicata ai Tribunali affronta snodi importanti, fra cui quelli del controllo del giudice sull’attività del curatore, la turnazione degli incarichi, la liquidazione dei compensi. La seconda parte si sofferma soprattutto sul ruolo del pubblico ministero al quale il Codice della crisi assegna una funzione fondamentale.

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