Controlli e liti

Commercialisti, concorso a giudice tributario anche per i laureati in economia

Il presidente del Cndcec De Nuccio dopo l’approvazione degli emendamenti al Ddl giustizia tributaria: grande soddisfazione per un risultato che rafforza la riforma e garantisce la spinta alle specializzazioni

«L’ammissione al concorso per la nomina a magistrato tributario anche per i laureati in economia, e non solo, come previsto in precedenza, per quelli in giurisprudenza, è una scelta di assoluto buon senso, con la quale si garantisce alla giustizia tributaria italiana l’apporto di competenze tecnico-professionali imprescindibili, che fanno parte del bagaglio formativo dei soli laureati in economia. Si rafforza così la forte spinta alla specializzazione del giudice tributario che è uno dei capisaldi di una riforma che giudichiamo fondamentale». Ad affermarlo è il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec), Elbano de Nuccio, commentando l’approvazione al Senato di due emendamenti alla legge delega per la riforma della Giustizia tributaria.

De Nuccio sottolinea «la grande soddisfazione dei commercialisti italiani per un risultato al quale il Consiglio nazionale ha lavorato senza sosta in queste settimane, riuscendo a modificare un’impostazione che sembrava irreversibile e che avrebbe prodotto una disparità di trattamento a danno dei laureati in economia, privando le Commissioni tributarie della interdisciplinarità che deve necessariamente contraddistinguerle».

Il presidente dei commercialisti ringrazia «la politica e le istituzioni che hanno condiviso le nostre preoccupazioni su questo delicato aspetto della riforma, a partire dai senatori firmatari degli emendamenti Andrea De Bertoldi, Balboni, Calandrini, Gaudiano, Fenu e Dell’Olio e dal ministero dell’Economia, con il quale, al tavolo tecnico recentemente istituito, si è avviato un confronto in una logica di dialogo istituzionale che ha portato ad un risultato concreto per il buon funzionamento e l’affidabilità della giustizia tributaria del nostro Paese».

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