Adempimenti

Agevolazioni fiscali, 3-4 miliardi dall’ipotesi taglio lineare

di Davide Colombo e Marco Rogari

Da molte settimane sulla cosiddetta giungla di bonus e sconti fiscali si è posato lo sguardo della maggioranza. Anche se forse con non troppa convinzione, nonostante il M5S spinga da tempo per scremare le agevolazioni che provocano effetti nocivi o negativi all’ambiente. Ma l’esigenza di garantire a una manovra di non semplice composizione serbatoi di risorse certe, in aggiunta agli spazi di flessibilità su cui è in corso il confronto con la Ue, potrebbero indurre il Governo a ricorrere a un intervento, magari soft, sulle tax expenditures. Dai 2 ai 4 miliardi potrebbero essere recuperati facendo leva su un taglio orizzontale (fino a 4 punti percentuali) delle detrazioni del 19%, comprese quelle “sanitarie” e introducendo un sistema di franchigie con una soglia a 300 euro. Indicazioni di questa natura potrebbero emergere da un’attenta lettura del rapporto annuale chiamato a monitorare l’universo delle tax expenditures, al quale sta lavorando l’apposita Commissione presieduta da Mauro Marè e che dovrebbe essere presentata entro la metà di ottobre.

Il solo abbassamento dell’asticella delle agevolazioni dal 19% al 17% potrebbe garantire 1 miliardo di risorse, e altri 2 miliardi potrebbero essere ricavati scendendo ulteriormente a quota 15%. Con l’introduzione di una franchigia di 300 euro potrebbe essere recuperato un altro miliardo. Già in passato (vedi Il Sole24ore del 20 febbraio) fonti tecniche avevano caldeggiato tagli orizzontali soft piuttosto che interventi puntuali su singoli sconti che riguardino particolari categorie, a volte anche molto ristrette.

La mappa aggiornata delle tax expenditures seguirà quella confezionata lo scorso anno nella quale erano state conteggiate 466 spese fiscali, per 54,2 miliardi di minori entrate nel 2018 e 54,9 miliardi nel 2019. Un recente dossier dell’Ufficio valutazione impatto (Uvi) del Senato sottolinea che considerando anche le 170 agevolazioni relative a tributi locali «le minori entrate per lo Stato sono stimate in 75,2 miliardi di euro per il 2018».

Dell’elenco del rapporto 2017 fanno parte 22 voci con effetti fiscali trascurabili e 152 con costi neppure quantificabili. La metodologia adottata dalla Commissione lo scorso anno non comprende tra le tax expenditures diverse voci inserite nella ricognizione precedente, eseguita sotto la regìa di Vieri Ceriani.

Il dossier dell’Uvi Senato evidenzia le tre agevolazioni che hanno una ricaduta su una platea di oltre 10 milioni di persone. Anzitutto la deduzione della rendita catastale dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e delle relative pertinenze, che ha un impatto finanziario pari a 3,63 miliardi nel triennio 2018-2020 e che riguarda 26,1 milioni di beneficiari con un vantaggio pro-capite di 141,4 euro. La lente è poi indirizzata sulla detrazione per spese sanitarie, spese mediche e di assistenza specifica e spese per prestazioni specialistiche che ha effetti finanziari pari a 3,1 miliardi e interessa una platea di 17,5 milioni di persone, con un vantaggio economico pro-capite di 178 euro. La terza agevolazione è il bonus degli 80 euro(effetti finanziari previsti di 8,96 miliardi per 11,15 milioni di persone).

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