Adempimenti

Negli studi lo strumento c’è ma è poco utilizzato

L'obbligo del Pos generalizzato per i professionisti

di Federica Micardi

L'obbligo del Pos generalizzato per i professionisti è spesso solo un obolo in più di scarsa utilità, che non semplifica l’attività e neppure fa emergere il sommerso. Alcune professioni ne fanno uso, ma altre come i commercialisti, o chi opera per lo più con le aziende no. Questo in sintesi il parere dei professionisti. «I clienti ci pagano con bonifico – spiega Maria Pia Nucera dell’Adc – per cui il Pos lo abbiamo ma non lo utilizziamo». Sulla stessa linea Andrea Ferrari dell’Aidc. Marco Cuchel di Anc sottolinea l'assurdità di dover pagare mensilmente un obolo alla banca «sono - sostiene - costi fissi ingiustificati». Per Matteo De Lise dell'Ungdcec il Pos non è un problema ma non è neanche una soluzione per contrastare l’evasione, «è un’ennesima normativa che non centra l'obiettivo». Stesso commento da Emiliana Alessandrucci (Colap) che parla di burocratizzazione inutile per la maggior parte dei professionisti. Gaetano Stella di Confprofessioni sottolinea l’inutilità di questa ulteriore stretta sanzionatoria che è facile immaginare rimanga solo sulla carta. Una categoria che utilizza da tempo pagamenti tracciabili è quella dei dentisti; il presidente dell’Andi Carlo Ghirlanda si è già espresso sul fatto che non consentire la deduzione a chi paga in contanti (e lo dimostra con la fattura) penalizza chi ha poca dimestichezza con questi strumenti e cioè i più anziani. E in merito al Pos evidenzia l’eccessivo costo del servizio: «Capisco la ratio di questa ulteriore stretta, ma che i costi vadano a vantaggio del sistema bancario, che guadagna sia sul canone di abbonamento, a prescindere dall'utilizzo, sia su ogni transazione non lo trovo giusto».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©