Imposte

Sul catasto il no del centrodestra: il Governo prende tempo sul fisco

Lega e Forza Italia contro l’ipotesi di inserire la revisione di estimi e rendite fra i princìpi della legge delega

di Marco Mobili e Gianni Trovati

L'ipotesi di inserire fra i principi della delega sulla riforma fiscale la revisione del Catasto, anticipata sul Sole 24 Ore del 14 settembre (si veda l’articolo di NT+ Fisco), accende la rivolta del centrodestra. La reazione evidenzia che sulle bozze arrivate nel fine settimana a Palazzo Chigi non c'è stata fin qui una sintesi politica nella maggioranza. E la delega non sale sul treno del consiglio dei ministri in programma domani, dominato dalla questione Green Pass nel lavoro. Se ne riparlerà la prossima settimana.

La prima a farsi sentire è la Lega. «Non ci stiamo – mette a verbale Massimo Bitonci, sottosegretario leghista all'Economia nel governo Conte-1 – ho visto in passato il progetto di riforma che giace nei cassetti del ministero e dai primi calcoli farebbe aumentare le rendite del 30-40%». «No» secco anche da Forza Italia: «La commissione Finanze si è espressa quasi all'unanimità sul fatto di evitare la revisione del Catasto – ricorda Sestino Giacomoni -, si rispetti quella volontà». «Se il Parlamento ha ancora un senso qualcuno batta un colpo», chiosa il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa.

A scatenare tanta agitazione è l’emergere del lavoro tecnico per inserire nella delega un progetto di riforma che ripenserebbe le classificazioni degli immobili, dividendoli in due grandi famiglie di «ordinari» e «speciali» con una categoria a parte per i beni culturali, e farebbe abbandonare il vano come unità di misura, da sostituire con il metro quadrato. Del pacchetto fa parte anche una nuova tornata di controlli sulle «case fantasma» (si veda l’articolo a fianco). Nelle intenzioni dei tecnici, la revisione dovrebbe portare a un avvicinamento progressivo delle rendite ai valori di mercato, a ritmi dell’1% all’anno. Il tutto sarebbe accompagnato da un riequilibrio delle aliquote, nel tentativo di mantenere una «invarianza di gettito» complessiva che però non rassicura molti.

La partita comunque resta aperta. L’idea di inserire il Catasto nella delega fiscale non è estemporanea, ma nasce anche dal fatto che le riforme collegate al Pnrr devono coordinarsi con le Raccomandazioni specifiche della commissione Ue, che sono parte integrante dei criteri di valutazione utilizzati a Bruxelles per i Piani nazionali. E nelle Raccomandazioni rivolte all’Italia, al punto 1 del documento del 2019, si legge appunto la richiesta di «riformare i valori catastali non aggiornati». Resta il fatto che l’argomento è tabù per la politica. E non da oggi. Già sei anni fa, con la scorsa delega fiscale, il Mef arrivò a completare il decreto attuativo sul Catasto. Che fu bloccato sulla porta del consiglio dei ministri dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nei prossimi giorni si capirà se anche il nuovo tentativo sarà fermato. Questa volta sul nascere.

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