L'esperto rispondeImposte

Chi acquista da un fornitore extra Ue assolve l’Iva emettendo un’autofattura

di Stefano Aldovisi

La domanda

Quali documenti occorrono per pagare a un fornitore extra Ue acconti su importazioni di merce da paese extra Ue? Come comportarsi dal punto di vista contabile ed Iva (visto che ovviamente non c’è ancora una bolla doganale)?

Di regola, ai sensi del primo comma dell’articolo 6 del Dpr 633/1972, le cessioni di beni mobili si considerano effettuate nel momento della consegna o spedizione dei beni. Tuttavia, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 6, se anteriormente al verificarsi di tali eventi, o indipendentemente da essi, viene pagato in tutto o in parte il corrispettivo, l’operazione si considera effettuata, limitatamente all’importo pagato, alla data del pagamento. Nella fattispecie in esame, quindi, si ritiene che, all’atto del pagamento di un acconto al fornitore extra Ue, debba essere emessa autofattura ai sensi dell’articolo 17, comma 2 del Dpr 633/1972, in base al quale «gli obblighi relativi alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi effettuate nel territorio dello Stato da soggetti non residenti nei confronti di soggetti passivi stabiliti nel territorio dello Stato... sono adempiuti dai cessionari o committenti». Dalla norma deriva l’obbligatorietà del meccanismo dell’inversione contabile (cosiddetto reverse charge) per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate da un soggetto non residente nei confronti di un soggetto passivo stabilito nel territorio dello Stato. Quest’ultimo assume la qualifica di debitore dell’imposta, da assolvere mediante l’emissione di autofattura riportante l’indicazione dell’Iva dovuta. Tale autofattura andrà rilevata nei registri Iva degli acquisti e delle vendite. Ai fini contabili l’acconto versato al fornitore costituisce, ovviamente, un credito nei confronti di quest’ultimo.

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