Finanza

Sei filiere strategiche per i contratti di sviluppo

Il Mise dà le indicazioni per preparare le domande secondo i principi del Pnrr

di Roberto Lenzi

I contratti di sviluppo trovano nuova linfa grazie al Pnrr ma, per beneficiare di una quota rilevante dei 750 milioni di euro disponibili, le imprese devono appartenere a una delle sei filiere ritenute strategiche.

Nel Centro Nord, gli aiuti potranno essere concessi alle condizioni del Quadro Temporaneo Covid-19. Il Mise ha reso noto, con il decreto 13 gennaio 2022 pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 12 febbraio, le direttive necessarie a consentire la ricezione e la valutazione delle istanze di contratto di sviluppo in funzione dell’attuazione dell’Investimento 5.2 «Competitività e resilienza delle filiere produttive» del Pnrr.

Un importo pari ad almeno il 40% delle risorse è destinato al finanziamento di progetti da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Con decreto del direttore generale per gli incentivi alle imprese sarà fissata la data di apertura dello sportello agevolativo dedicato alle domande di contratto di sviluppo. Questo sportello sarà aperto sia per le nuove domande di contratto di sviluppo sia per le domande già presentate ma sospese per carenza di risorse finanziarie.

In questo caso, le istanze devono avere ad oggetto programmi di sviluppo che non risultino avviati antecedentemente alla data del 1° febbraio 2020. La modulistica utile alla presentazione delle richieste sarà resa disponibile da Invitalia sul proprio sito internet non oltre il 31 marzo 2022. Chi ha progetti pronti deve prestare attenzione all’apertura dello sportello, considerato che le domande saranno analizzate nel rispetto dell’ordine di presentazione.

Le filiere

Le domande di contratto di sviluppo devono avere ad oggetto la realizzazione di programmi concernenti filiere produttive, anche emergenti, considerate strategiche per lo sviluppo del sistema Paese. In sede di prima applicazione, sono ritenute strategiche le filiere di design, moda e arredo, automotive, microelettronica e semiconduttori, metallo ed elettromeccanica, agroindustria e chimico/farmaceutico.

Una quota non inferiore al 60% delle risorse è destinata al sostegno dei programmi di sviluppo concernenti quattro delle predette filiere. I progetti possono essere realizzati da una o più imprese operanti nella filiera di riferimento. Nel caso di presentazione da parte di una sola impresa, il programma di sviluppo deve prevedere forti elementi di integrazione con la filiera di appartenenza e deve essere in grado di produrre positivi effetti, in termini di sviluppo e rafforzamento, anche sugli altri attori della filiera non partecipanti al programma.

Nell’ambito della proposta progettuale, devono essere fornite dettagliate informazioni in merito agli attori della filiera di appartenenza, con indicazione dei rapporti di natura produttiva e/o commerciale in essere, e dei benefici che il programma di sviluppo determinerà̀, in termini economici e produttivi, sulla complessiva filiera.

Nel caso di presentazione da parte di più imprese, i singoli progetti di investimento devono risultare strettamente connessi e funzionali alla nascita, allo sviluppo o al rafforzamento della filiera medesima. Non arrecare un danno significativo, rispetto dell’ambiente e progetti sostenibili sono ancora una volta i punti sui devono poggiare i progetti.

Il Quadro temporaneo

Su richiesta dell’impresa e in relazione ai singoli progetti costituenti i programmi di sviluppo, le agevolazioni possono essere riconosciute nel rispetto di quanto previsto dalla sezione 3.13 del Quadro temporaneo. Le agevolazioni, in questa formula, possono essere concesse ai soli progetti di investimento relativi a investimenti produttivi per i programmi di sviluppo industriale e turistici o a progetti relativi a investimenti produttivi per i programmi di sviluppo per la tutela ambientale. Gli stessi devono rivestire il carattere di ecosostenibilità.

La facoltà è concessa limitatamente ai programmi di investimento realizzati nelle aree del territorio nazionale diverse da quelle designate come «zone a» dalla carta degli aiuti di Stato a finalità regionale valevole per il periodo 2022-2027.

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