Finanza

Ricerca e sviluppo «green», in palio quasi un miliardo

Fondo crescita sostenibile aperto da tempo. Sta diventando operativo lo strumento per i progetti di transizione ecologica

di Roberto Lenzi

Sono già due le agevolazioni attive a livello nazionale per sostenere attività di ricerca e sviluppo nell’ambito del green deal, ma la percentuale di aiuto a fondo perduto concedibile non favorisce l’appeal delle misure.

L’intervento del Fondo per la crescita sostenibile per i progetti di ricerca e sviluppo nell’ambito dell’economia circolare, attivato dal Mise con il decreto 11 giugno 2020, è ormai aperto a sportello da oltre un anno, ma le istanze presentate non hanno ancora assorbito gli oltre 200 milioni di euro a disposizione.

L’altro strumento non è ancora operativo in quanto il decreto interministeriale 1° dicembre 2021 è stato pubblicato in Gazzetta solo il 1° febbraio scorso; questo nuovo strumento finanzierà progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per la transizione ecologica e circolare negli ambiti del green new deal italiano, grazie a una dotazione di 750 milioni di euro.

Il massimo ottenibile, in termini di fondo perduto, è il 20% per il bando «economia circolare» e il 15% per quello sulla transizione ecologica. È vero che le imprese possono ottenere anche un finanziamento agevolato rispettivamente pari al 50% sul bando già aperto e pari al 70% sul bando in corso di apertura, ma non sembra che le imprese stiano facendo la corsa per ottenere questo genere di agevolazioni.

Il primo bando

Partito il 10 dicembre 2020, con una dotazione di 217 milioni di euro, ad oggi lo sportello di accesso alla misura a favore dell’economia circolare è tuttora aperto, nonostante sia trascorso oltre un anno. Il bando, che sostiene progetti da 500mila a 2 milioni di euro, concede agevolazioni per progetti di ricerca e sviluppo con l’obiettivo di accompagnare i processi di transizione del sistema produttivo verso un’economia circolare. Fornisce sostegno alle attività economiche che desiderano ripensare o riconvertire il modello produttivo attraverso la realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi, o rivolti al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti, tramite lo sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali. Può riguardare, a tiolo esemplificativo, l’innovazione di prodotto e di processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse, la progettazione e sperimentazione prototipale di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento dei percorsi di simbiosi industriale, lo studio di strumenti tecnologici innovativi in grado di aumentare il tempo di vita dei prodotti e di efficientare il ciclo produttivo.

Il secondo bando (in apertura)

Per il bando in prossima uscita, che agevola interventi da 3 a 10-40 milioni di euro, sono ammissibili i programmi di innovazione sostenibile che prevedano attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale e, limitatamente alle Pmi, anche di industrializzazione dei risultati di R&S. Questi devono essere coerenti con le finalità previste dal bando. Possono riguardare progetti relativi alla decarbonizzazione dell’economia, all’economia circolare, alla riduzione dell’uso della plastica e sostituzione della plastica con materiali alternativi, alla rigenerazione urbana, al turismo sostenibile, all’adattamento e mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico.

Le domande possono essere presentate in partenariato, ma è previsto un numero massimo di soggetti che può arrivare a tre, nel caso dei progetti presentati a valere sulla procedura a sportello alla quale sono ammessi interventi con valore investimento compreso tra i 3 e i 10 milioni di euro. Il numero può salire a cinque, nel caso dei progetti presentati a valere sulla procedura negoziale; a questa sono ammessi progetti con valore investimento compreso tra i 10 e i 40 milioni di euro.

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