Imposte

Villette, cancellare i vincoli costa fino a un miliardo: mini proroga in arrivo

I gruppi politici hanno ottenuto dal governo l’impegno a valutare il possibile spostamento in avanti dell’attuale termine del 30 giugno 2022

di Marco Mobili

La proroga del superbonus per le unita unifamiliari “c’è ma non si vede”. I partiti della maggioranza l’hanno annunciata come cosa fatta all’indomani dell’approvazione in piena notte del decreto bollette alla Camera. Ma nella realtà quello che i gruppi politici hanno ottenuto dal governo è l’impegno a valutare il possibile spostamento in avanti dell’attuale termine del 30 giugno 2022. Nulla di più.

Il nodo restano le risorse da recuperare, soprattutto in un momento, come quello attuale, dove il caro energia e l’inflazione stanno pesando su famiglie e imprese. Tanto che il governo è già pronto a intervenire con un nuovo decreto di aiuti per 5 miliardi come prevede espressamente il Documento di economia e finanza appena approvato dal Consiglio dei ministri.

In quel decreto dovrebbe trovar posto la proroga tanto voluta dalla maggioranza. Ma si tratterà, quasi certamente di una miniproroga di due o tre mesi, non di più. I partiti che sostengono, fanno eccezione Iv e Leu, sono arrivati a chiedere la cancellazione dei due paletti introdotti dalla legge di Bilancio per chi vuole accedere al superbonus per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza delle “villette”. Cancellare il termine del 30 giugno 2022 e il raggiungimento di almeno il 30% dell’intervento entro fine giugno, dunque pari al primo stato di avanzamento lavoro (Sal), secondo i conti dell’Economia potrebbe arrivare a costare nei prossimi quattro anni fino a un miliardo di euro. E il conto non si riduce poi tanto neanche se si punta a far slittare in avanti il solo termine del prossimo 30 giugno. A conti fatti, secondo quando indicato alle forze di maggioranza che chiedono la proroga, varrebbe circa più di 207 milioni ogni mese di spostamento in avanti della scadenza. Importo che, anche se spalmato su quattro anni, finirebbe per erodere diverse centinaia di milioni. Ipotizzare, infatti, un differimento dal 30 giugno al 31 agosto potrebbe impegnare per le casse dello Stato non meno di 414 milioni anche se spalmati su quattro anni.

Davanti a queste cifre l’ipotesi di un intervento di più largo respiro come chiedono le forze politiche che sostengono il governo appare difficile. Praticabile, ma sempre con non poca sofferenza da parte del governo, la mini proroga per il 110% delle villette. Come aveva precisato il sottosegretario all’Economia, Federico Freni (Lega), in risposta a un question time in commissione Finanze alla Camera, con cui il collega di partito Alberto Gusmeroli chiedeva di prorogare il termine del 30 giugno soprattutto per gli evidenti problemi congiunturali che committenti e imprese chiamate ad eseguire gli interventi di riqualificazione delle unità unifamiliari stanno incontrando con il caro prezzi legato alla guerra in Ucraina, il prezzario arrivato soltanto nel mese di marzo e il continuo cambiamento da parte del governo e dello stesso Parlamento delle regole sull’utilizzo dei bonus fiscali per contrastare le frodi. In quell’occasione il Mef ha assunto ufficialmente l’impegno di lavorare a una proroga ma precisando che «sono in corso presso i competenti uffici dell’amministrazione finanziaria e degli altri dicasteri interessati approfondimenti istruttori per valutare una proroga del termine del 30 giugno 2022 per l’espletamento degli interventi sulle unità immobiliari unifamiliari», ma solo se compatibili «con le previsioni inserite nel documento di finanza pubblica per il 2022».

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