Controlli e liti

Tra giudizi e concorsi l’Agenzia cerca un nuovo assetto

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Il contenzioso sui dirigenti delle Agenzie fiscali non accenna a concludersi. Il rinvio alla Corte costituzionale delle Pot (posizioni organizzative temporanee) delle Dogane decise dal Tar Lazio (con un doppio provvedimento: prima la sentenza provvisoria depositata giovedì e poi l’ordinanza 8253/2018 di remissione vera e propria di ieri) sul ricorso presentato dal sindacato Dirpubblica sicuramente non sarà l’ultimo capitolo di una situazione che attende ancora di uscire da questo stato di conflittualità. I giudici amministrativi del Lazio (anche se in una diversa sezione) dovranno pronunciarsi il prossimo 31 ottobre anche sulle Pot dell’agenzia delle Entrate. Il presupposto legislativo è lo stesso: l’articolo 4-bis introdotto durante la conversione parlamentare del Dl 78/2015. Un intervento che, appunto attraverso l’istituzione di figure non dirigenziali temporanee, doveva consentire alle Agenzie fiscali di gestire la situazione fino allo svolgimento dei concorsi per dirigenti. Solo che poi, non essendosi ancora svolte quelle selezioni, il termine originario delle posizioni è stato spostato (da ultimo con la legge di Bilancio) al 31 dicembre 2018. Quella delle Pot era stata la soluzione escogitata per superare lo shock causato dalla sentenza 37/2015 della Corte costituzionale che aveva dichiarato illegittime le norme sugli incarichi dirigenziali attribuiti a funzionari senza concorso. L’effetto è stato che da un giorno all’altro gli uffici di Entrate e Dogane si sono trovati senza oltre 800”incaricati” e quindi senza una guida. Ora il rinvio alla Consulta ripropone lo stesso interrogativo: posizioni organizzative e posizioni dirigenziali sono equivalenti e quindi bisogna passare in entrambi casi da un concorso? Nel riferirsi alle nuove posizioni organizzative a regime che la legge di Bilancio ha consentito di creare rivedendo il numero dei dirigenti, il direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, parlando in commissione Finanze alla Camera a inizio mese ha definito «la tesi sull’asserita equivalenza» come «strumentale e non corretta , trattandosi evidentemente di fattispecie diverse».

Proprio l’istituzione delle nuove Poer (posizioni organizzative a elevata responsabilità) rappresenta l’architrave della ricostruzione delle Agenzie fiscali. Solo per le Entrate si stimava che il numero delle posizioni potesse essere intorno a 1.500. Lo stesso Ruffini aveva parlato di una procedura per cui era in via di completamento l’individuazione delle posizioni e la definizione delle procedure di selezione dei candidati. Un iter che prevede una fase di confronto con i sindacati. E per un gioco di equilibri le nuove posizioni organizzative richiedono la riduzione di quelle dirigenziali, da cui bisogna trovare le risorse economiche per finanziare le figure da istituire. Per questo, verosimilmente l’orizzonte temporale delle Poer è quello di un’operatività a partire da inizio 2019.

L’altro passaggio chiave è finalmente lo svolgimento dei concorsi a dirigente con circa 300 posti interessati. Il bando delle Entrate è ormai in dirittura d’arrivo con la definizione anche della parte relativa alle valutazioni. A questo si aggiunge un’ulteriore quota di dirigenti (45) prenotata sui 123 posti che metterà a bando la Scuola nazionale dell’amministrazione (Sna).

Tar Lazio, ordinanza 8253/2018

Tar Lazio, sentenza provvisoria 8217/2018

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