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Evasione, controlli più efficaci in attesa della svolta

di Salvatore Padula

Il 2022 non sembra destinato a diventare l’anno della svolta nel contrasto dell’evasione fiscale. Le premesse erano incoraggianti, almeno scorrendo gli impegni nel Pnrr. Ma la realtà – così come emerge dal budget economico 2022 delle Entrate – ci riporta a obiettivi e strategie che non sembrano discostarsi molto dagli ultimi anni.

Anzi, a ben vedere, il piano degli indicatori e dei risultati attesi per il triennio 2022-2024 delle Entrate suggerisce qualche cautela in più rispetto al passato.

Il nuovo budget quantifica in 10,3 miliardi di euro le entrate complessivamente attese da attività di contrasto dell’evasione (totale agenzia Entrate e Riscossione). Il budget dello scorso anno indicava nel 2021 incassi per 14,4 miliardi e per il 2022 una previsione di 15,36 miliardi, ora aggiornata al ribasso di ben 5 miliardi di euro. Colpisce anche il numero di controlli da effettuare nei confronti di imprese minori e lavoratori autonomi: per quest’anno, l’obiettivo è di 100mila controlli. Più dei 90mila previsti per il 2021, ma meno dei 120mila indicati come target per il 2022 dal budget dello scorso anno. Una nota positiva sembra essere la previsione di sottoporre 60mila contribuenti ad analisi congiunta tra Agenzia, Gdf e altre amministrazioni. Altro elemento che potrebbe spiegare la flessione del numero di controlli è l’impegno per affinare, grazie a un uso più efficace delle nuove tecnologie, le modalità di selezione dei contribuenti a rischio. Meno controlli, ma più efficaci: questo sembra il messaggio.

Il potenziamento della tax compliance, unitamente a un nuovo impulso al contrasto all’omessa fatturazione, anche rafforzando i pagamenti elettronici, sembrano essere due tra i principali pilastri delle azioni antievasione.

Per l’omessa fatturazione, in effetti, sono attese novità entro giugno, come prevede il Pnrr. C’è, in primo luogo, da affrontare il tema dei forfettari, esclusi dall’obbligo di fatturazione. E, soprattutto, ci sono numeri impietosi con cui fare i conti: l’evasione da omessa fatturazione produce un tax gap Iva di 19,6 miliardi, ovvero due terzi dell’evasione Iva totale.

Per la compliance, il target dell’Agenzia è di inviare oltre 2,58 milioni di comunicazioni, con una stima di maggiori incassi di 2,45 miliardi di euro. Obiettivo molto ambizioso: in pratica, un quarto degli incassi totali messi a budget deriverà dell’invio delle lettere ai contribuenti. Per avere un ordine di grandezza, nel 2020 (ultima annualità disponibile), l’Agenzia ha incassato dal contrasto dell’evasione 12,7 miliardi, di cui “solo” 1,2, un decimo del totale, riconducibili alla compliance (8,2 miliardi da versamenti diretti, e 3,3 dalla riscossione coattiva).

Tanto ottimismo si misura, forse, con la volontà di procedere spediti su quanto ipotizzato nel documento del dipartimento Finanze inviato a Bruxelles alla fine dello scorso anno (si veda il Sole 24 Ore del 6 e 7 gennaio 2022): dare più forza alle comunicazioni preventive su eventuali errori e anomalie, facendole diventare atti impositivi esecutivi se il contribuente non risponde alle segnalazioni delle Entrate.