Professione

ProfessioniItaliane e Confprofessioni: «Approvare in fretta l’equo compenso»

Riparte al Senato la discussione sulla proposta di legge Meloni e sulle modifiche necessarie

di Federica Micardi

Oggi presso la commissione Giustizia del senato prosegue la discussione del Ddl sull'equo compenso. Un invito ad approvare in fretta il testo è arrivato ieri, attraverso un comunicato congiunto, da ProfessioniItaliane (l'associazione che riunisce il Comitato unitario professioni e la Rete delle professioni tecniche) e Confprofessioni. I due organismi di rappresentanza dei professionisti innanzitutto ribadiscono la necessità di garantire al più presto ai professionisti italiani una legge organica sulla materia, così da eliminare il fenomeno delle prestazioni professionali gratuite, imponendo il rispetto del principio dell'equo compenso, soprattutto ai committenti “forti”.

Sul testo in discussione (AS 2419) la Commissione oggi raccoglierà i pareri del Governo in merito agli emendamenti presentati. Alcuni miglioramenti, anche secondo Confprofessioni e ProfessioniItaliane, sono necessari, e si dicono pronti a condividere con le forze politiche tutte le loro proposte in merito, a cominciare dalla soppressione dei procedimenti disciplinari nei confronti dei professionisti (articolo 5, comma 5) e dalla presunzione legale di equità delle convenzioni previste dall'articolo 6. Tra gli aspetti positivi dell'attuale formulazione del testo vengono evidenziati, nel comunicato, l'aggiornamento dei parametri con cui individuare i compensi, la rideterminazione dei corrispettivi non corrisposti, la nullità delle clausole vessatorie, l'impugnativa per le parti non conformi dei contratti d'opera, la possibilità di avere chiarezza sui tempi della prescrizione per responsabilità professionali con decorrenza dalla data della prestazione. Fondamentale anche l'istituzione dell'Osservatorio nazionale sull'equo compenso, che deve però ricomprendere la più ampia rappresentanza del sistema professionale. ProfessioniItaliane e Confprofessioni chiedono alla politica di approvare il testo entro la fine della legislatura per scongiurare il rischio che finisca su un binario morto.

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