Finanza

Nuovi sostegni al commercio al dettaglio con fatturato 2019 fino a 2 milioni di euro

Individuato il limite per gli aiuti dedicati al commercio al dettaglio

di Carmine Fotina e Gianni Trovati

Gli aiuti a fondo perduto per il commercio in dettaglio colpito più direttamente dalla crisi prodotta dall’ultima tornata della pandemia potrebbe concentrarsi sulle attività economiche che hanno registrato un fatturato 2019 fino a due milioni di euro, e una flessione di almeno il 30% nel volume d’affari 2021 a confronto sempre con l’ultimo anno pre-Covid.

Dovrebbero essere questi i parametri guida del nuovo «Fondo per il rilancio delle attività economiche» inserito nel decreto Sostegni-ter atteso oggi in consiglio dei ministri, dopo lo slittamento subito ieri per cercare di chiudere il cerchio sul capitolo dedicato al caro-energia. Il fondo passerà dal ministero dello Sviluppo economico, e poggerà su una dotazione finanziaria di 200 milioni.

Ma non sarà questo l’unico veicolo targato Mise nel nuovo giro di aiuti, che nelle parti extra-energia muoverà circa 1,5 miliardi di euro recuperati dai fondi speciali dei ministeri e dalle altre, residue disponibilità di bilancio. Ai settori impattati direttamente dalle (poche) misure restrittive vecchio stampo decise nelle ultime settimane saranno dedicati altri 20 milioni. Che prenderanno la forma di un contributo a fondo perduto per le discoteche e le altre attività di intrattenimento chiuse per decreto fino al 31 gennaio, e per i gestori di impianti come le piscine chiamate ora a gestire i limiti alle capienze. Altri 40 milioni saranno indirizzati a wedding e catering, colpiti dal fatto che gli eventi sono quasi tutti rimandati in attesa di tempi migliori. Nella moda e nel tessile il credito d’imposta pari al 30% del valore delle rimanenze finali di magazzino sarà esteso anche al commercio al dettaglio in negozi specializzati, in un panorama che comprende anche pelletteria e calzaturiero.

Alla stessa filosofia risponderà un fondo parallelo al ministero della Cultura. In quel caso i milioni previsti al momento dal budget sono 110, e saranno indirizzati a cinema e teatri, dove a pesare è anche una diserzione quasi generalizzata degli spettatori intimoriti dal contagio, e alle librerie.

Nell’impianto del decreto che sarà esaminato oggi in consiglio dei ministri il turismo schiacciato dalle disdette natalizie e da una stagione montana decisamente sotto le attese conterebbe su 358 milioni. Distinti in due filoni: 230 serviranno a finanziare il fondo di settore, che coprirà anche la decontribuzione per gli addetti delle strutture ricettive in crisi, e 128 finanzieranno il rilancio del credito d’imposta sugli affitti per agenzie di viaggio e tour operator. Ma nella cassetta degli attrezzi fiscali esaminata in queste ore, come spiegato ieri dalla sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra (Leu), rientra anche una replica degli sconti Imu, quando il gestore della struttura è anche proprietario dell’immobile.

La stessa Guerra conferma poi il nuovo fondone per Regioni ed enti locali anticipato nei giorni scorsi sul Sole 24 Ore. La cifra in discussione è di 500 milioni, che andranno divisi fra regioni ed enti locali. Il problema, anche per le amministrazioni locali, è rappresentato prima di tutto dall’impennata dei costi dell’energia, che pesano su ospedali, impianti sportivi e ovviamente immobili pubblici in genere. Altri 200 milioni puntelleranno i conti del trasporto pubblico locale che, ha ricordato ieri il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, nel corso della crisi è stato fin qui aiutato con 2,8 miliardi.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©