I temi di NT+Spazio imprese

Sull’allerta si rafforza l’ipotesi di un rinvio

Alcuni emendamenti al Dl Sostegni vanno nella stessa direzione dei lavori della commissione ministeriale

di Giovanni Negri

Pressing sulle misure di allerta. Prende corpo ormai, con sempre maggiore consistenza, l’ipotesi di un rinvio che ormai sembra potere mettere d’accordo un po’ tutti, dalle forze politiche, alle imprese, agli operatori. Centrali i lavori della commissione appena istituita dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia e gli emendamenti presentati al decreto legge Sostegni. Quanto a questi ultimi, l’aggancio nel testo del decreto è evidente, visto che in due criptiche righe già è stato disposto lo slittamento delle segnalazioni di allerta veicolate dall’amministrazione finanziaria. La strada quindi, almeno sul piano giuridico è aperta, ma da verificare sono perimetro dell’intervento e praticabilità politica.

Negli emendamenti presentati e segnalati c’è spazio sia per massimaliste proroghe di almeno un anno dell’entrata in vigore dell’intero Codice sia per più realistici slittamenti delle sole segnalazioni di allerta dell’altro creditore istituzionale, l’Inps, e soprattutto delle segnalazioni innescate dagli organismi di controllo interno, sindaci o revisori.

Nei giorni scorsi, a sostegno del debutto a settembre del Codice, era sceso in campo il Pd con una nota firmata dal capogruppo in commissione Giustizia alla Camera, Alfredo Bazoli, ma a uno slittamento integrale sarebbe ostile la stessa Cartabia. Del resto, il rinvio non è contemplato dal decreto istitutivo della commissione (integrata da quattro componenti in quota Mef, i professori Daniele Santosuosso e Bruno Inzitari, l’avvocato Giuseppe Iannaccone e Pasquale Pucciariello per l’ufficio legislativo del ministero).

Nelle stesse ore che hanno visto la presentazione degli emendamenti, nella commissione si è consolidata la convinzione di inserire nel pacchetto di proposte che dovrà essere pronto tra poco più di un mese anche lo slittamento delle misure di allerta, in tutte le fattispecie previste. Resterebbe invece possibile l’accesso alla composizione concordata della crisi su richiesta dell’imprenditore. Un rinvio potrebbe riguardare poi anche il concordato, considerato comunque materia assai sensibile, come pure un punto interrogativo investe ora il giudizio di fattibilità dell’autorità giudiziaria sul piano. Il Codice lo prevede, ma la direttiva insolvenza sembra escluderlo.