Professione

Commercialisti: si procede a piccoli passi

di Federica Micardi

Domani si saprà se lo sciopero dei commercialisti verrà revocato o confermato.

In questi giorni una serie di istanze presentate dalle sette sigle sindacali della categoria (Adc, Aidc, Anc, Andoc, Unagraco, Ungdcec e Unico) al ministero dell’Economia stanno trovando risposta.

Si pensi allo spesometro 2017 che, per l’invio dei dati delle fatture sarà semestrale - e non trimestrale - , grazie a un emendamento approvato ieri nel milleproroghe; sempre nel mille proroghe dovrebbe rientrare l’allineamento delle norme fiscale con quelle dei bilanci». Disponibilità c’è anche sull’eliminazione della comunicazione dei beni ai soci, mentre al momento non sembrano esserci margini per un entrata graduale del reghime per Cassa e per uno spesometro annuale dal 2018.

Oggi apre anche il tavolo sull’antiriciclaggio, con il coinvolgimento del Consiglio nazionale della categoria.

I sindacati sono soddisfatti dei passi avanti e confermano l’interlocuzione costante con il Mef e il Consiglio nazionale di categoria. Ma, come spiega Amedeo Sacrestano dell’Andoc, «la categoria aspetta segnali concreti, come per esempio, un impegno formale». Sul tavolo della trattativa c’è la richiesta di ricoscere un ruolo di sussidiarietà attiva ai commercilisti, quale contrappeso al crescente numero di adempimenti. Nelle istanze presentate al Mef, oltre alle richieste urgeni, ricoda Fazio Segantini, dell’Ungdcec, «c’era anche una parte programmatico strategica che ha un suo peso anche per il Consiglio nazionale» sulla quale si chiedeva un impegno da parte del Mef e un calendario dei lavori.

Dispiace, e pesa, la chiusura di Mef e agenzia Entrate sulla rimessione in termini (per scongiurare sanzioni ai professionisti che aderiranno allo sciopero) chiesta dalla Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali; «sarebbe stato un gesto di distensione e di buona volontà» chiosa Domenico Posca di Unico.

La stessa Commissione di garanzia sullo sciopero ha chiesto anche ai sindacati di ridurre i giorni di sciopero, al momento otto: dalla mezzanotte del 26 febbraio alla stessa ora del 6 marzo. Anche questa richiesta al momento è rimasta senza risposta.

Secondo Giuseppe Diretto, dell’Unagraco «i piccoli provvedimenti, seppur nella giusta direzione, non bastano» e aggiunge «il nostro interesse è avviare un processo di semplificazione complessivo che includa anche un riconoscimento della professione». I sindacati al momento, secondo Maria Paglia dell’Adc, sono alla finestra, ed è presto per dire come anfìdrà a finire.

«Quanto accaduto in questi giorni - per Marco Cuchel dell’Anc - fa ben sperare anche se rispetto a lunedì non è cambiato molto. Ad ora- conclude Cuchel - tutte le strade sono possibili».

Roberta Dell’Apa, dell’Aidic, non vuole commentare nel merito: «quello che si può fare in questo momento - afferma - è fare in modo che le cose vadano nella direzione giusta senza fini differenti. Di conseguenza - conclude - credo che sia il momento di lavorare senza parlare».

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