Imposte

La precompilata Iva apre al report giornaliero a livello Ue

Dal 2024 al 2028 previste le nuove comunicazioni delle transazioni europee; totale liberalizzazione della fattura elettronica senza l’ok di Bruxelles

Con la dichiarazione Iva precompilata l’Italia anticipa l’Europa che da parte sua con due mosse (fattura elettronica europea e dichiarazione digitale delle operazioni intraunionali) spinge gli Stati membri a introdurre meccanismi per il controllo giornaliero delle operazioni interne. In effetti, l’obiettivo del monitoraggio in tempo reale delle operazioni rilevanti Iva per combattere le frodi che costituiscono a tutt’oggi un fenomeno particolarmente pericoloso per le casse dei singoli Stati membri è al centro dell’iniziativa («Vat in the digital Age - Vida») presa dalla Commissione Europea l’8 dicembre 2022. In tale data la Commissione Europea ha approvato tre proposte normative di modifica della legislazione vigente che dal 2024 al 2028 introducono per gli Stati e per i relativi contribuenti nuovi meccanismi di comunicazione Iva delle transazioni unionali.

In particolare, i provvedimenti contengono specifiche regole che utilizzando le nuove tecnologie porteranno nell’arco di tempo sopra indicato a imporre a tutti gli Stati membri che vogliono introdurre, come ha già fatto l’Italia, la fattura elettronica di adottare un formato uniforme. Questo formato, poi, nel 2028 costituirà la base per i contribuenti per predisporre un report giornaliero (Digital reporting requirements) con cui a livello europeo sarà possibile in tempo reale di conoscere le singole transazioni che si sono effettuate su tutto il territorio unionale andando ad aggiornare il sistema Vies.

Per quanto riguarda la fattura elettronica le nuove regole prevedono, già a partire dal 2024, un principio di totale liberalizzazione per gli Stati membri di introdurre la nuova modalità di certificazione dei corrispettivi senza più dover ottenere dalla Commissione Europea una preventiva autorizzazione e per l’emittente di dover ottenere l’accordo del cliente. A questa liberalizzazione fa da contraltare l’obbligo degli Stati membri di dover adottare solo fatture elettroniche strutturate, vale a dire costruite su un formato predefinito secondo lo schema unico già utilizzato a livello unionale per gli appalti pubblici (standard di fatturazione EN 16931 – UBL o CII).

Con queste regole, quindi, si riuscirà in breve a far convergere gli Stati membri su un formato digitale uniforme e quindi del tutto armonizzato. Questo primo passaggio determinerà degli effetti molto positivi in termini di armonizzazione che potranno in futuro consentire di creare una dichiarazione Iva del tutto automatizzata a prescindere dal Paese in cui si formano i dati che la alimentano.

Questa forma di armonizzazione della struttura digitale della fatturazione apre la via, però, dal 2028 all’introduzione di una comunicazione, transazione per transazione, completamente digitale delle operazioni intra-UE (Digital reporting requirements – Drr). A dire il vero la comunicazione potrebbe essere realizzata anche con formati diversi a condizione che siano del tutto interoperabili. La comunicazione che cancellerà i modelli Intrastat dovrà essere inviata entro due giorni dal momento di effettuazione dell’operazione.

Quello che si vuole eliminare è l’attuale giungla di adempimenti che i singoli Stati membri richiedono ai propri operatori con regole del tutto personalizzate creando non pochi problemi a tutti quei soggetti che operano contemporaneamente su più Stati membri. Si tenga presente che, allo stato attuale, ben 12 Stati membri prevedono forme simili di comunicazione per le operazioni interne ed internazionali.

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