Imposte

Decreto semplificazioni, sui bonus energia salta il vincolo del de minimis

Tra i correttivi al test di ammissibilità la modifica chiesta dalle imprese

di Marco Mobili

Tra i correttivi al decreto Semplificazioni potrebbe farsi spazio anche la cancellazione del vincolo del de minimis per le imprese che beneficiano dei crediti d’imposta contro il caro bollette. L’ultimo scoglio da superare è quello dell’ammissibilità. Un paradosso se si parte dal fatto che il vincolo del de minimis introdotto in fase di conversione del decreto Aiuti è a tutti gli effetti una complicazione e quindi la sede naturale per una sua approvazione non potrebbe che essere il decreto che prova a semplificare gli adempimenti tributari. E lo stesso si può dire della norma che punta a bloccare la cessione dei bonus edilizi.

Con l’addio al de minimis il Governo e il Parlamento provano a rimediare a un errore arrivato nella seduta notturna di approvazione del decreto Aiuti. Con un emendamento all’articolo 2, infatti, è stato introdotto il comma 3-ter secondo cui i crediti gasivori, non gasivori e non energivori e solo quelli del secondo trimestre 2022 devono sottostare alla regola del de minimis, ossia il tetto di 200mila euro complessivo per poter beneficiare degli aiuti senza violare le regole comunitarie. Una riformulazione del tutto inutile per il mondo delle imprese, visto che per il secondo trimestre non vi sono problemi di incompatibilità in materia di aiuti di Stato. Le disposizioni possono essere cumulativamente considerate a carattere generale e non vi è alcuna selettività da sanare. Senza considerare poi l’effetto retroattivo della modifica introdotta perché interviene ex post su benefici già utilizzati dalle imprese, senza limiti nell’ammontare. Ci sono poi anche possibili profili di illegittimità e di contrasto con la normativa unionale sugli aiuti di stato, soprattutto con lo stesso regolamento de minimis che impone agli Stati membri di indicare espressamente i limiti e le condizioni di un aiuto prima della concessione dello stesso.

L’emendamento al de minimis come quello al Superbonus fanno parte di un pacchetto di correttivi che dovrebbero tornare all’esame del comitato dei nove per poi essere approvati all’unanimità dall’Aula di Montecitorio. Tra le novità in arrivo proposte dal presidente della commissione Finanze, Luigi Marattin (IV), e su cui ci sarà un’istruttoria la modifica della soglia per far scattare l’alert delle Entrate in caso di debiti e insolvenze ancorandola al fatturato e non un importo fisso. Sull’F24, poi, si cerca di assorbire nel modello unico di pagamento anche il prospetto F23 per le sanzioni.

In arrivo dunque il via libera della Camera a una ventina di emendamenti tra cui la possibilità di non dover tener conto nella compilazione della dichiarazione Irap attualmente in corso delle modifiche introdotte dal Dl Semplificazioni sulla determinazione del valore della produzione in relazione al personale a tempo determinato. C’è poi il possibile addio all’obbligo di conservare gli scontrini fiscali delle spese mediche portate in detrazione, a patto però di presentare il modello 730 a un Caf o a un professionista abilitato. Tra le novità anche l’introduzione della comunicazione da parte delle Entrate della fine dell’attività istruttoria nei confronti dei contribuenti sottoposti ad accertamento. Una semplificazione chiesta in audizione dal mondo delle imprese e raccolta da Marattin e che dovrebbe tradursi nell’invio di una comunicazione, entro 60 giorni dalla conclusione della procedura di controllo, dell’esito negativo dell’attività effettuata dal Fisco sul contribuente. Comunicazioni che potrebbero arrivare anche direttamente con l’AppIo.

Da segnalare anche la possibile marcia indietro sul termine di invio degli elenchi Intrastat. Il decreto Semplificazioni, nel rivedere il calendario fiscale ha fissato il termini di invio degli elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti intracomunitari entro la fine del mese successivo al periodo di riferimento. Con il correttivo chiesto di fatto dal Governo si chiede il ripristino del termine del 25 del mese successivo al periodo di riferimento per consentire così all’Istat di rispettare i regolamenti statistici europei sull scambio di microdati relativi alle cessioni, come ad esempio la trasmissione dei dati a Eurostat entro 30 giorni successivi al mese di riferimento.

Tra le novità in arrivo anche un nutrito pacchetto di modifiche al testo unico del terzo settore per far decollare una volta per tutte il registro unico nazionale e in particolare alle misure in materia di imposte dirette come quelle sulla determinazione dei costi imputabili alle attività di interesse generale,o in materia di imposta di registro che si applica in misura fissa agli enti del terzo settore e alle imprese sociali per atti, contratti, convenzioni e ogni altro documento relativo alle attività generali.

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