Controlli e liti

Csm della giustizia tributaria, corsa contro il tempo per il voto

Regolamento elettorale da rifare: con il Dl 13/23 eliminata la quota per i magistrati provenienti dalle giurisdizioni ordinaria, amministrativa, contabile e militare. Votazioni entro maggio<br/>

di Maria Carla De Cesari

Nuova composizione del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, il “Csm” dei giudici fiscali. La prevede il decreto Pnrr-ter, il 13/2023, approvato dal Senato giovedì 13, che ora deve essere votato definitivamente dalla Camera entro il 25 aprile.

Il decreto legge, nella versione votata da Palazzo Madama, ha cancellato dalla legge di riforma della giustizia tributaria (130/22) una norma che aveva attirato molte perplessità di tenuta costituzionale (si veda anche «Il Sole 24 Ore» dell’8 aprile). Infatti nella legge 130, testo tuttora in vigore, l’articolo 8 prevede che alla componente togata transitata nella giurisdizione tributaria sia assicurata, in ogni caso, la rappresentanza in Consiglio di presidenza di almeno un magistrato tributario proveniente dalla magistratura ordinaria, uno da quella amministrativa, uno da quella contabile e uno da quella militare.

La procedura di interpello per la chiamata alla magistratura tributaria dalle altre giurisdizioni si è chiusa con poche opzioni (34, la legge 130 prevede fino a 100 “transiti”). E questo risultato ha reso ancora più stridente la norma, poiché alcuni togati, al Consiglio di presidenza, si sarebbero trovati eletti praticamente di diritto. Infatti, la legge 130, nella parte modificata dal Senato, prevede che «il corpo elettorale è formato dai magistrati tributari e dai giudici tributari provenienti dalla corrispondente magistratura».

Il Senato ha scelto di eliminare queste regole, contenute nell’articolo 8, comma 5 della legge 130, a rischio di costituzionalità. Il comma 5, dopo il passaggio al Senato conferma che «sono eleggibili nella componente togata i soli giudici tributari e magistrati tributari che possano ultimare la consiliatura prima del collocamento a riposo. Tutti i componenti togati che siano magistrati tributari sono, per la durata del mandato in Consiglio, collocati fuori ruolo». Infine, resta fermo che il presidente del Consiglio di presidenza sia eletto nella prima seduta «a maggioranza assoluta dei componenti del Consiglio, fra i membri eletti dal Parlamento». Si tratta di quattro componenti.

Il voto per il nuovo Consiglio di presidenza dovrebbe tenersi entro il 31 maggio, come confermato dal disegno di legge di conversione del Dl 13. Anche se - dopo le modifiche - non è esclusa una proroga per consentire l’approvazione del regolamento elettorale e la presentazione delle candidature. Lo slittamento del voto è auspicato dall’Associazione magistrati tributari (Amt). In ogni caso l’attuale Consiglio di presidenza dovrà correre per modificare il regolamento elettorale approvato con delibera 527/2023 il 12 aprile, dove il nuovo Consiglio - con seggi aperti in un giorno festivo - è così delineato: 15 componenti, di cui quattro nominati dal Parlamento, sette eletti dai giudici tributari tra i componenti delle Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado, «e quattro eletti tra i magistrati tributari provenienti - rispettivamente - uno dalla magistratura ordinaria, uno dalla magistratura amministrativa, uno da quella contabile e uno da quella militare, fra coloro che sono utilmente collocati nella graduatoria» di quanti hanno fatto domanda di passaggio nella giurisdizione tributaria.

Cancellata la riserva, non ha più senso neppure l’arcobaleno di schede previsto nella delibera: colore azzurro per la votazione dei giudici tributari; giallo per la votazione del magistrato tributario transitato dalla magistratura ordinaria; verde per il magistrato dalla magistratura amministrativa; rosso per il componente della magistratura contabile, grigio per il rappresentante dalla magistratura militare.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©