Imposte

Cessione crediti, nuova chance di rateazione decennale

I principali istituti finanziari italiani e ora anche le Poste hanno sospeso l’acquisizione dei crediti d’imposta derivanti dai bonus edilizi per i nuovi interventi, perché hanno ormai esaurito la capacità di assorbimento di tali crediti fiscali finalizzati alla compensazione delle imposte. Le alternative alla cessione del credito a banche e Poste sono limitate, ma anche su questo il decreto “Aiuti quater” cerca di intervenire con una norma che mira appunto a disincagliare i crediti.

Possibili opzioni

La prima alternativa è quella di cedere a terzi, diversi da banche e Poste, i crediti maturati, per esempio a familiari e parenti o a società, ditte individuali o professionisti che siano disposti ad accettarli, assumendone tutti i relativi rischi. La prima cessione dei crediti, infatti, può sempre essere realizzata verso chiunque, non essendo necessario che siano le cosiddette cessioni qualificate verso banche o Poste.

Un caso tipico è quello del figlio o della moglie che hanno realizzato interventi agevolati e intendono cedere i relativi crediti rispettivamente al padre o al marito, che li utilizzerà per compensare i debiti fiscali relativi alla sua attività professionale o imprenditoriale.

Invece, non è possibile cedere i crediti d’imposta a se stessi, per compensarli con i tributi dovuti per la propria attività d’impresa o di lavoro autonomo.

L’altra soluzione è quella di esercitare direttamente la detrazione del 110 per cento nella propria dichiarazione dei redditi, ma in questo caso occorre verificare di avere sufficiente Irpef da versare per compensare la detrazione spettante per ogni anno, al fine di non perdere neanche parzialmente tale detrazione annuale. La capienza Irpef è la possibilità che ha un cittadino di scalare dalle tasse dovute certi importi ascrivibili a determinate spese o situazioni: la condizione fondamentale per far ciò è che l’ammontare delle imposte dovute sia superiore (o al più uguale) all’importo che si vuole scalare (portare in detrazione) ogni anno.

Nuova possibilità per i crediti bloccati

Va sottolineato che con il decreto “Aiuti quater” arriva ora una nuova possibilità per disincagliare i crediti rimasti bloccati: soltanto per gli interventi ammessi al Superbonus, i crediti d’imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2022 e non ancora utilizzati possono essere fruiti in 10 rate annuali di pari importo, in luogo dell’originaria rateazione prevista per i predetti crediti, previo invio di una comunicazione all’Agenzia delle entrate da parte del fornitore o del cessionario, da effettuarsi in via telematica. Diluendo così su dieci anni (anziché sui quattro attuali) la fruizione in compensazione dei crediti d’imposta, i cessionari (principalmente banche e Poste) avranno a disposizione più tempo per utilizzarli e, quindi, liberando nuova capacità di compensazione dei crediti con imposte e contributi da loro dovuti, i cessionari potranno acquisirne di nuovi, almeno questo nelle intenzioni della norma.

Nella realtà, però, l’impatto di tale allungamento temporale, se può incidere positivamente sulla capacità di acquisto dei crediti di banche e Poste - anche se è ancora tutto da verificare - certamente avrà un contraccolpo non indifferente sui cedenti (i contribuenti committenti dei lavori), perché ovviamente se i cessionari potranno utilizzare i crediti acquisiti con un orizzonte temporale più lungo (dieci anni) rispetto a quello attuale (quattro), è molto probabile che cambierà anche il tasso di sconto finanziario su questo orizzonte temporale, per cui i crediti da Superbonus, che attualmente sono pagati al cedente circa il 90 per cento del loro valore nominale, verrebbero, con l’allungamento a dieci anni, pagati invece
al 70 per cento.

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