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Auto elettriche, così la ricarica ai dipendenti può essere esente dall’Irpef

La risposta a interpello 329 ha ammesso la non imponibilità del servizio concesso in un progetto di valorizzazione della cultura di sostenibilità promosso dall’azienda a favore dei propri lavoratori

di Cristian Valsiglio

Il servizio di ricarica per auto elettriche private dei dipendenti non è imponibile fiscale in base all’articolo 51, comma 2, lettera f) del Dpr 917/1986 (da ora anche Tuir) se concesso nell’ambito di un progetto di valorizzazione della cultura di sostenibilità promosso dall’azienda a favore dei propri lavoratori. È quanto afferma l’agenzia delle Entrate con la risposta a interpello 329/2022 (si veda il precedente articolo «Auto elettriche dei dipendenti, la ricarica entra nel welfare aziendale»).

Il principio di omnicomprensività della retribuzione imponibile fiscale e contributiva, previsto dall’articolo 51, comma 1, del Tuir subisce importanti deroghe all’interno di un contesto di piano di welfare aziendale.

Con la riposta a interpello 329 del 10 giugno, l’occasione è quella di analizzare l’assoggettabilità ad imposizione fiscale del servizio di ricarica per auto elettrica offerta alla generalità dei dipendenti.

Tuttavia, l’elemento che l’Amministrazione finanziaria valorizza con maggior intensità, ai fini dell’imponibilità o meno del predetto servizio, non risiede tanto nell’elemento oggettivo del servizio (ricarica elettrica) o soggettivo (l’essere rivolto alla generalità o a categorie di dipendente), ma nell’elemento intenzionale e di obiettivo del servizio (l’educazione ambientale).

Infatti, l’azienda, oltre ad aumentare gli investimenti a favore dell’efficienza energetica, riguardo i propri dipendenti ha implementato, nel corso degli anni, tramite pubblicazioni, attività formative, partecipazione a campagne di comunicazione o sostegno ad iniziative promosse da Ong a livello globale e locale, una capillare azione di sensibilizzazione su importanti temi legati alla cultura della sostenibilità.

Inoltre, la società istante ha sviluppato un piano di sensibilizzazione verso i dipendenti al ricorso della mobilità elettrica, rinnovando il parco auto aziendale con automezzi elettrici o a tecnologia ibrida.

Proprio in tale contesto, l’azienda ha deciso di riconoscere per 6 mesi la ricarica gratuita per i dipendenti che acquisteranno auto elettriche entro un determinato periodo di tempo, utilizzando ove possibile l’energia elettrica prodotta dai propri impianti fotovoltaici o idroelettrici ovvero, in alternativa, laddove ciò non sia praticabile, stipulando convenzioni con soggetti terzi fornitori delle ricariche, stabilendo delle limitazioni (ad esempio, un numero massimo di ricariche effettuabili) al fine di evitare abusi. Il servizio potenzialmente è offerto alla generalità dei dipendenti tramite la sottoscrizione di un accordo aziendale.

Alla luce della premessa in questione, l’Agenzia affronta il quesito precisando, anche alla luce della proposta interpretativa della società istante, che la lettera f) del comma 2 dell’articolo 51 del Tuir dispone che non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente «per finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto.

Ai fini del beneficio fiscale, è utile, inoltre, evidenziare che le opere e i servizi contemplati dalla norma possono essere messi direttamente a disposizione dal datore di lavoro o da parte di strutture esterne all’azienda, a condizione che il dipendente resti estraneo al rapporto economico che intercorre tra l’azienda e il terzo erogatore del servizio.

L’aspetto particolarmente innovativo dell’interpretazione in commento, tuttavia, risiede nel fatto che l’agenzia delle Entrate ritiene applicabile la predetta norma agevolativa in quanto rivolta a finalità di «educazione ambientale».

In sostanza il Fisco afferma che il servizio di ricarica dell’auto elettrica offerto ai dipendenti sia un ulteriore passo (tra l’altro obiettivo specifico del Pnrr) verso una transizione ecologica attraverso una mobilità sostenibile, che l’azienda ha voluto promuovere tramite la sensibilizzazione su importanti temi legati alla cultura della sostenibilità: dall’educazione ambientale, al consumo responsabile, alla promozione della sicurezza e della salute, anche tramite la promozione di un utilizzo consapevole delle risorse ed atteggiamenti responsabili dei dipendenti verso l’ambiente, attraverso il ricorso alla mobilità elettrica.

Pertanto, l’Agenzia, alla luce del rilevante contesto culturale promosso dall’impresa, conclude per la non imponibilità del servizio di ricarica gratuita offerto dall’azienda ai propri dipendenti, nel presupposto che lo stesso sia limitato in termini di importo e/o di KW totali di ricariche effettuabili al fine di evitare abusi e a condizione che sia soddisfatta la finalità educativa prevista dall’articolo 51, comma 2, lettera f), del Tuir.


Questo articolo fa parte del Modulo24 Tuir del Gruppo 24 Ore.

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