Controlli e liti

Dalla lotta al nero dote da 4,3 miliardi per tagliare le tasse

Le indicazioni contenute nella Nadef approvata mercoledì dal Consiglio dei ministri

di Marco Mobili

Dalla lotta all’evasione arrivano 4,3 miliardi di euro per ridurre la pressione fiscale. E il Governo conferma che utilizzerà queste risorse per tagliare le tasse a contribuenti e imprese «nell’ambito della sessione di bilancio». Al momento si tratta di un “potenziale” che emerge dal miglioramento della propensione di imprese e cittadini a pagare le imposte, il cosiddetto adempimento spontaneo o tax compliance, come scrive la Nadef approvata ieri dal Consiglio dei ministri. Le risorse, come prevede espressamente l’ultima legge di bilancio, andranno a finanziare il nuovo «Fondo speciale» istituito per attuare la riforma fiscale. Secondo le stime del Mef e attualizzate con la relazione 2021 sul sommerso la differenza tra la propensione all’evasione di Iva, Ires e Irpef indicata nel Def e quella stimata nella Nadef è stata pari a 6,6 miliardi di euro. Una variazione che si attesta a 4,3 miliardi se si escludono i 2 miliardi già utilizzati e che, secondo quanto prevede la legge di bilancio per l’anno in corso, possono essere considerate entrate permanenti e come tali destinate al Fondo speciale per ridurre la pressione fiscale.

Si tratta al momento di un contributo “potenziale” che dovrà essere ratificato e indicato espressamente nel Fondo speciale con un ulteriore provvedimento del ministro dell’Economia. Rispetto al passato il Mef ha cambiato il meccanismo di determinazione delle risorse della lotta al sommerso da destinare al taglio delle tasse. Prima della Nadef del 2021 la quantificazione faceva riferimento ai soli ruoli, interessi e sanzioni e dunque alla sola attività di accertamento e controllo, ma senza tener conto degli effetti delle misure introdotte per incentivare l’adempimento spontaneo dei contribuenti. Fra tutte si segnalano l’avvio della fattura elettronica tra privati, il reverse charge e lo split payment. Basta scorrere i numeri indicati nella Nadef, infatti, per vedere come il tax gap (il differenziale tra le imposte dovute e quelle effettivamente versate) tra il 2017 e il 2018 si sia ridotto di ben 6,4 miliardi di cui oltre 4,9 miliardi solo sull’Iva.

Con il nuovo meccanismo di calcolo - misurato sulla propensione alla tax compliance dei contribuenti - il Mef ha rafforzato il collegamento diretto tra le somme recuperate con la lotta all’evasione e la possibile diminuzione del carico fiscale su cittadini e imprese «onesti».

Come spiega il focus inserito nella Nadef la quantificazione della variazione del tax gap non considera la differenza in termini assoluti tra il tax gap del 2018 rispetto a quello del 2017, ma si riferisce al prodotto tra la variazione della propensione all’evasione tra il 2018 e il 2017, e il gettito teorico dell’imposta nel 2018. Si vuole in sostanza isolare l’effetto della variazione dell’adempimento spontaneo di chi le tasse le paga da eventuali effetti delle variazioni congiunturali e normative sulla base imponibile e sul gettito teorico dell’imposta.

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