Controlli e liti

Contributo unificato, senza pagamento non si iscrive a ruolo

Avvocati contro la mancata iscrizione per mancato o errato pagamento

di Giovanni Negri

Ha preso in poche ore i connotati della sollevazione la protesta degli avvocati contro la disposizione del disegno di legge Bilancio che si occupa di contributo unificato. La norma, articolo 192, impone il divieto all’iscrizione a ruolo in caso di mancato o erroneo , per mancata corrispondenza al valore della causa, pagamento del contributo unificato. Una previsione che , nelle intenzioni, punta a contrastare l’evasione dal versamento del contributo in «progressivo aumento », sottolinea la relazione al Ddl, per effetto dell’entrata a regime del processo civile telematico e, nello stesso tempo , permetterà di smaltire il cospicuo arretrato accumulato nel «magazzino dei crediti di giustizia nell’intervallo 2015-2020», proprio per le complesse procedure di recupero del degli omessi pagamenti del tributo.

E tuttavia la misura ha compattato , in maniera quasi inedita, tutta l’avvocatura su una posizione di netta contrarietà. Per il Cnf, «si tratta di disposizione di dubbia costituzionalità che subordina, in concreto, l’esercizio dell’azione giudiziaria al pagamento di una somma di denaro. La giurisprudenza costituzionale ha a più riprese dichiarato l’illegittimità delle norme che condizionano l’esercizio dell’azione ad adempimenti ulteriori e che nel bilanciamento tra l’interesse fiscale alla riscossione dell’imposta e quello all’attuazione della tutela giurisdizionale, il primo è già sufficientemente garantito dall’obbligo imposto al cancelliere di informare l’ufficio finanziario dell’esistenza dell’atto non registrato, ponendolo così in grado di procedere alla riscossione».

Sul piano istituzionale, in campo anche gli Ordini più grossi, Roma, Milano e Napoli. «In sostanza si demolisce un principio basilare dello Stato di Diritto posto a garanzia del sistema democratico e dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla Legge - commenta il Presidente del Consiglio di Roma, Antonino Galletti - e si sancisce il principio inconcepibile per lo Stato secondo cui un processo non può essere celebrato e un diritto riconosciuto a causa del mancato pagamento di poche centinaia di euro».

Il coordinatore di Ocf, Giovanni Malinconico, «si tratta di una disposizione che, col pretesto di combattere l’evasione, si mostra punitiva non tanto verso l’avvocatura, quanto verso gli utenti i cui diritti gli avvocati difendono con il risultato che chi ha meno disponibilità economiche potrebbe rinunciare a chiedere giustizia. Un ritorno al Medioevo». Ma a contrastare la misura ieri anche Aiga e Uncat.

Levata di scudi che ha avuto immediato effetto sul fronte politico, con il presidente della commissione Giustizia del Senato Andrea Ostellari (Lega) che si dichiara contrario a limiti all’accesso alla giurisdizione , «la tutela dei diritti dei cittadini non può essere sottoposta a veti burocratici»; la responsabile Giustizia del Pd e vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, chiede l’apertura di un confronto per introdurre modifiche al testo.

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