Adempimenti

Benefit entro 3mila euro, la regolarizzazione d’ufficio dilata i tempi

Con lo slittamento a febbraio somme restituite tassate separatamente

di Barbara Massara

Per recuperare la contribuzione versata e non dovuta sui benefit entro i 3mila euro le aziende dovrebbero utilizzare la classica procedura di regolarizzazione contributiva o quella “d’ufficio”, utilizzabile a gennaio e febbraio 2023. È quanto è emerso dall’intervento dell’Inps del 15 dicembre scorso sul canale tv dei consulenti del lavoro, con cui l’Istituto ha anticipato i contenuti di un messaggio con cui sarà illustrato il nuovo sistema alternativo di regolarizzazione contributiva delle retribuzioni in natura sotto la soglia di esenzione contributiva e fiscale.

Questa anticipazione ha generato dubbi da parte di consulenti, aziende e case software, in quanto nessun riferimento è stato fatto al conguaglio contributivo, strumento abitualmente utilizzato a fine anno per la corretta applicazione della soglia di esenzione dei benefit di cui all’articolo 51, comma 3, del Tuir, così come previsto nelle classiche circolari annuali dell’Inps dedicate al conguaglio previdenziale. In concreto, gli operatori temono che già da quest’anno per restituire ai dipendenti e recuperare dall’Inps la contribuzione non dovuta, non sia più utilizzabile il tradizionale sistema del conguaglio, ma sia necessario ricorrere a una procedura di regolarizzazione, spontanea o d’ufficio. In questo caso i datori di lavoro, ma prima di loro le case software, si troverebbero in grande difficoltà, in quanto molti hanno già elaborato il payroll di dicembre con i relativi conguagli e in ogni caso i tempi sono troppo stetti anche per chi è in fase di chiusura.

Sicuramente a fondamento della richiesta dell’Inps di effettuare una sistemazione mensile degli imponibili, dovrebbero esservi valide motivazioni quali il ricalcolo di esoneri contributivi, ovvero evitare imponibili negativi a dicembre 2022 e rimborsare i lavoratori cessati.

Il nuovo sistema di regolarizzazione d’ufficio, secondo le anticipazioni fornite, sembrerebbe comunque più articolato di un conguaglio di fine anno e con tempi più lunghi.

La regolarizzazione d’ufficio dovrebbe essere effettuata entro il flusso di febbraio 2023, a cui seguiranno i Vig e la determinazione del credito da parte dell’Inps, con la conseguenza che tutta l’operazione potrebbe concludersi anche dopo il primo trimestre 2023, portandosi dietro l’ulteriore conseguenza della tassazione separata dei contributi restituiti, nonché l’eventuale rischio della non coincidenza con l’imponibile dichiarato nella Cu.

Pertanto è auspicabile che l’Inps nel prossimo provvedimento illustri la nuova regolarizzazione d’ufficio come una procedura non obbligatoria e alternativa non solo alla regolarizzazione spontanea, ma anche al classico conguaglio previdenziale, almeno per l’anno 2022.

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