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Bonus casa, linea morbida per le regole sulle Soa

La Commissione consultiva presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici prevede che il sistema di classifiche e categorie, tipico degli appalti pubblici, non si applichi identico ai lavori privati

di Giuseppe Latour

Linea morbida per le regole sulle Soa. Il sistema di classifiche e categorie, tipico degli appalti pubblici, non si applicherà esattamente identico ai lavori privati che accedono ai bonus edilizi. È questa, in sostanza, la linea sposata dalla Commissione consultiva che esamina questi temi presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici, l’organo tecnico consultivo del ministero delle Infrastrutture, presieduto da Massimo Sessa.

La risposta a un quesito dell’Ance, appena pubblicata, ha grande rilevanza, perché rappresenta la prima indicazione interpretativa di una norma al centro di polemiche da mesi per i molti dubbi che pone. Lo scopo sostanziale - spiega la risposta - «non deve essere quello di replicare, anche nei lavori privati che usufruiscono dei bonus edilizi, tutto il complesso meccanismo pensato per i lavori pubblici, bensì quello di garantire la moralità, la professionalità e la presenza reale sul mercato dell’impresa». Quindi, l’impresa per i contratti con importo superiore a 516mila euro deve dimostrare di avere la certificazione Soa (o di avere avviato le procedure per ottenerla, a seconda dei casi), «a prescindere dal riferimento alla categoria e classifica corrispondenti alla natura e all’importo dei lavori da eseguire».

Sarà sufficiente, allora, avere un’attestazione in una categoria coerente con i lavori oggetto di bonus: OG1 (edifici civili e industriali), OG2 (restauro e manutenzione dei beni immobili sottoposti a tutela), OG11 (impianti tecnologici), OS6 (finiture di opere generali in materiali lignei, plastici, metallici e vetrosi), OS21 (opere strutturali speciali), OS28 (impianti termici e di condizionamento).