Imposte

Credito d’imposta per la manutenzione di dimore storiche

Nel decreto Sostegni bis inserita la misura di aiuto ai privati

di Annarita D'Ambrosio

Nuovi investimenti nel patrimonio culturale nel Sostegni bis con l'obiettivo di intervenire anche in aiuto ai privati proprietari di dimore storiche. All'articolo 65 della legge 106/21 che istituisce misure urgenti per la cultura è stato perciò aggiunto l'articolo 65 bis con il Fondo per il restauro e per altri interventi conservativi sugli immobili di interesse storico e artistico. La dotazione è di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022 ed il Fondo, precisa il comma due, è finalizzato alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio immobiliare di interesse storico e artistico, in attuazione dell’articolo 9 della Costituzione e secondo le disposizioni del codice di cui al Dlgs 42/04, anche in ragione della crisi economica determinata dal Covid-19.

Si rivolge ai privati il comma 3 precisando che a valere sulle risorse del Fondo, alle persone fisiche che detengono a qualsiasi titolo immobili storici è riconosciuto un credito d’imposta per le spese sostenute negli anni 2021 e 2022 per la manutenzione, la protezione o il restauro degli stessi, in misura pari al 50% degli oneri rimasti a carico delle persone fisiche, fino a un importo massimo complessivo di 100mila euro.

Il credito d’imposta spetta a condizione che l’immobile non sia utilizzato nell’esercizio di impresa ed è utilizzabile in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del Dlgs 241/97 a decorrere dal riconoscimento dello stesso. Aiuto non cumulabile con qualsiasi altro contributo o finanziamento pubblico o detrazione.

I beneficiari, potranno o utilizzarlo direttamente o optare per la cessione, anche parziale, ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari. Un decreto del ministero della Cultura di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze, dettaglierà i criteri e le modalità di gestione e di funzionamento del Fondo a cui Adsi, l’Associazione dimore storiche italiane plaude anche se ne sottolinea i limiti.

«Finalmente, dopo oltre un anno di confronto in Parlamento e con il Governo, è stato istituito il Fondo che testimonia la centralità dei beni immobili culturali, dai quali passa il rilancio del Paese» precisa Giacomo di Thiene, presidente Adsi sottolineando però che a preoccupare è «la non cumulabilità con altri contributi. Data la modesta entità del Fondo, a fronte delle ingenti spese di manutenzione e restauro di questi beni, questa circostanza potrebbe disincentivare i proprietari a ricorrervi». Thiene precisa inoltre che «potrebbero sorgere problematiche qualora - una volta fatta la domanda di accesso - i fondi risultassero esauriti, rendendo a quel punto complessa la richiesta di altri contributi statali».

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