Studi di settore, professionisti ancora fuori dal «premiale»
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Le previsioni per il 2016
Per il periodo d’imposta 2016, i criteri utilizzati per l’approdo ai benefici previsti, dovrebbero essere quelli già applicati per il 2015.
Dalle prime indiscrezioni emerse non si dovrebbero registrare, però, per il 2016, ulteriori “allargamenti” a nuovi soggetti rispetto all’annualità precedente; contrariamente agli altri anni, in cui il numero dei possibili beneficiari era destinato a salire, quest’anno la platea dovrebbe rimanere più o meno stabile.
Potranno così accedere, al solito, i
quattro delle seguenti tipologie di indicatori di coerenza economica: efficienza e produttività del fattore lavoro, efficienza e produttività del fattore capitale efficienza di gestione delle scorte, redditività, struttura;
tre delle tipologie tra quelle sopra riportate e che al tempo stesso prevedono l’indicatore «indice di copertura del costo per il godimento di beni di terzi e degli ammortamenti».
I professionisti
Nessun beneficio, quindi anche per quest’anno dovrebbe essere riservato alle categorie professionali che continueranno a rimanere a bocca asciutta per il sesto anno di fila. Per costoro non resta che attendere l’anno prossimo, nella speranza che il passaggio agli Isa (indicatori sintetici di affidabilità) possa garantire, nel rispetto dei requisiti che saranno previsti, un accesso possibile a tutte le categorie di lavoro (ivi compreso il comparto della professioni), in nome di quella compliance che dovrebbe ispirare la nuova metodologia di controllo destinata, nel prossimo futuro, a sostituire definitivamente gli studi di settore.