Professione

Dalle Casse l’allarme: l’equo compenso non può essere un boomerang

Tommaso Nannicini presidente della Commissione che vigila sugli enti di previdenza dei professionisti e Stefano Distilli, presidente di Cassa dottori commercialisti evidenziano il rischio delle sanzioni per gli iscritti agli ordini

di Federica Micardi

Il decreto sull’equo compenso (AS 2419) mette in allarme la previdenza degli iscritti agli Ordini. Ieri Tommaso Nannicini, presidente della Commissione bicamerale che vigila sulle Casse di previdenza dei professionisti ha dichiarato che il disegno di legge attualmente in discussione rischia di metterle in serie difficoltà. Ciò che preoccupa è il sistema sanzionatorio previsto per i soli iscritti agli ordini che accettano compensi sotto la soglia dei parametri. «Se si stabilisce che in relazione alle medesime attività alcuni operatori godono di piena libertà negoziale – evidenzia Nannicini - mentre altri ne vengono limitati, è chiaro che questi ultimi rischiano di essere penalizzati o addirittura espulsi dal mercato» con conseguenze nefaste sul sistema delle Casse previdenziali perché favorirebbe la traslazione di molte attività dai professionisti iscritti agli ordini verso altri soggetti (professionisti non ordinistici e società di servizi). Nannicini fa quindi appello alla Commissione giustizia del Senato perché «valuti il rischio e vi ponga rimedio». L’allarme di Nannicini è stato raccolto dal presidente della Cassa dottori commercialisti Stefano Distilli che ammette la necessità di una regolamentazione dei compensi professionali «va però evitato il paradosso – sostiene - che, con l’applicazione di sanzioni ai soli professionisti ordinistici, questo finisca per diventare un boomerang per i nostri iscritti in un mercato professionale in cui il prezzo è certamente una leva alla quale ricorre gran parte della concorrenza non ordinistica». Distilli sottolinea come crescita reddituale e competitività della categoria siano elementi fondamentali perché la Cassa possa continuare a garantire un futuro sereno agli iscritti . Chiede quindi che gli enti di previdenza siano coinvolti per introdurre quei correttivi che rendano il testo del Ddl efficace nel sostenere la crescita dei liberi professionisti. Si unisce alla sua richiesta anche il presidente dell’Ungdcec Matteo De Lise che parla di «rischio tzunami sul mondo delle professioni».

A parte gli Ordini, che attraverso un comunicato di Professioni Italiane hanno chiesto nei giorni scorsi l’approvazione del Ddl senza modifiche, per evitare il rischio di arrivare alla fine della legislatura senza una norma e imporre finalmente il principio sull’equo comenso, sono sempre più numerose le voci contrarie a un’approvazione del testo senza correttivi.

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