Professione

Sono i commercialisti i più attivi nella formazione finanziata

Sono la categoria più attiva nelle richiestea Fondoprofessioni: preferiti i corsi di aggiornamento tributario e crisi di impresa. Legali in coda alle richieste

di Valeria Uva

È il fisco a dominare l’aggiornamento dei dipendenti degli studi professionali dell’area economico-legale. Sia l’anno scorso che all’inizio di quest’anno i corsi più richiesti nel catalogo della formazione finanziata da Fondoprofessioni sono quelli per l’aggiornamento tributario seguiti dalla formazione sulla gestione degli adempimenti di studi.

Ma a spiccare è anche la vivacità della presenza dei professionisti tra i richiedenti: uno su due tra gli studi che hanno svolto formazione appartiene a commercialisti (51,78%), seguiti a grande distanza dai consulenti del lavoro (12,7%).

Poco presente, invece, la componente giuridica: avvocati e notai insieme sono appena al 4 per cento . «Ancora meno richieste arrivano dall’area tecnica, ovvero dagli studi di ingegneri e architetti», fa notare Marco Natali, presidente di Fondoprofessioni, l’ente deputato a gestire i finanziamenti agli studi (e alle aziende) che applicano il Ccnl degli studi professionali, versando così una quota anche per la formazione.

«I commercialisti sono da anni tra i più dinamici – continua Natali – basti pensare che hanno già richiesto i corsi di aggiornamento sulle novità fiscali della legge di bilancio 2023».

IL BILANCIO DI CHI HA OTTENUTO I FONDI

Il bilancio

Sono oltre 5mila (5.314 per la precisione) i piani approvati dal Fondo nel 2022, con una crescita del 26% rispetto all’anno precedente. Numeri raddoppiati persino rispetto all’anno pre-Covid 2019, a dimostrazione che è sempre più avvertita l’esigenza di far crescere le competenze del proprio personale.

Il contributo del Fondo è di 7,1 milioni di euro, metà dei quali sono andati alla formazione aziendale, ovvero solo per i dipendenti del singolo studio. Solo il 12% è riuscito a ottenere contributi aggregando la domanda a livello territoriale.

A proposito di territorio, il Nord si conferma il principale destinatario, con oltre il 60% delle richieste, il 23% al Centro e il 15% a Sud e Isole. Sono 1.858 gli studi beneficiari per oltre 4.900 dipendenti coinvolti.

Gli argomenti

È una formazione orientata soprattutto verso il “core business” quella richiesta dagli studi. E così, come detto, per i commercialisti è centrale l’aggiornamento tributario ma anche la gestione Iva, con un occhio anche alle novità legate all’avvio del nuovo Codice della crisi di impresa.

Mentre i consulenti del lavoro si concentrano soprattutto sulla busta paga e sui contributi, ma non dimenticano i nuovi trend del welfare aziendale e dello smart working. Più presente tra gli studi legali (seppure partendo dalla scarsa utilizzazione del Fondo) un’attenzione anche alle soft skill (ad esempio la leadership efficace, la capacità di fare squadra) e alla comunicazione efficace. È ancora poco avvertita, invece, l’esigenza di puntare sulla digitalizzazione, driver ormai fondamentale per la crescita anche in studio: hanno richiesto formazione su questo i notai e gli avvocati, e in misura minore, anche i fiscalisti.

Il futuro

Sono già aperti sei bandi 2023 per un controvalore di 6,5 milioni. Fondoprofessioni ha cominciato quest’anno a riconoscere punteggio aggiuntivo nella graduatoria per l’accesso agli studi che punteranno sulla sostenibilità, sulla parità di genere e sui giovani.

Un esperimento riguarda poi la valutazione dei risultati di apprendimento raggiunti con i corsi, sulla quale si sta ragionando con Anpal per l’accesso anche degli studi al Fondo nuovo competenze, riservato ai dipendenti in cassa integrazione.

Aggiunge Natali: «Vogliamo arrivare a capire, una volta concluso il corso, quanto davvero il dipendente abbia assorbito. Infatti stiamo costruendo con Anpal un meccanismo di valutazione di quanto appreso, per cominciare a profilare enti che fanno formazione seriamente, con l’obiettivo di non elargire più fondi a pioggia».

L’interesse da parte dei potenziali beneficiari anche in questa direzione non manca: sul bando di accesso al Fondo nuove competenze, aperto da poco più di un mese, sono già arrivate richieste per 200mila euro, che ora sono al vaglio anche di Anpal.

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