Adempimenti

E-fattura, più tempo per le sanzioni light

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Il regime soft sulle sanzioni relativo alla fattura elettronica prova a guadagnare altro tempo. La moratoria già contenuta nella versione attualmente in vigore del decreto fiscale e in scadenza a fine giugno 2019 è destinata a durare fino al mese di settembre del prossimo anno. Una soluzione che dovrebbe prendere forma attraverso una riformulazione degli emendamenti di maggioranza e opposizioni, che puntavano a un’estensione a tutto il 2019.

Ad annunciarlo è stato il sottosegretario al Mef, Massimo Bitonci (Lega), durante i lavori in commissione Finanze al Senato: «Stiamo lavorando per vedere di arrivare fino a settembre per il sistema sanzionatorio». Allo stesso tempo, però, il sottosegretario ha voluto puntualizzare che non ci saranno slittamenti nell’entrata in vigore dell’obbligo per le operazioni business to business (B2B) e business to consumer (B2C) che scatterà dal prossimo 1° gennaio. «Non vogliamo differire» l’entrata in vigore dell’obbligo ma «contemperare esigenze di chi deve emettere la fattura e può essere in difficoltà», ha affermato il sottosegretario ricordando che «una larga fetta sarà esclusa» visto che l’obbligo non scatta per le partite Iva in regime forfettario (che, per effetto delle modifiche contenute nel Ddl di Bilancio con l’innalzamenmto della soglia di ricavi/compensi a 65mila euro, allargherà il raggio d’azione) e «per tutti i regimi speciali» oltre a chi già oggi non è obbligato a emettere fattura. E, secondo Bitonci, «per almeno 2 milioni di partite Iva non ci sarà l’obbligo di emettere la fattura elettronica».

Tra l’altro proprio in questa direzione, tra gli emendamenti all’esame della commissione Finanze ci sono anche l’esonero per le società sportive e dilettantistiche che hanno conseguito nell’anno precedente proventi derivanti da attività commerciale per un importo non superiore a 400mila euro e per farmacisti e medici che già operano con utenti finali .

Decisivi saranno i prossimi giorni, anche in considerazione del fatto che ieri la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha stabilito che l’esame del testo del decreto fiscale sarà “concentrato” in Aula martedì 27 dalle 9 del mattino alle 21.

Oltre al fronte normativo in evoluzione, c’è anche un versante collegato per così dire alla messa in sicurezza dell’intera macchina della fattura elettronica dopo i rilievi arrivati dal Garante della Privacy nel provvedimento del 15 novembre. A tal proposito va segnalata la risposta fornita dal Mef (e letta dal sottosegretario Alessio Villarosa del M5S) in commissione Finanze alla Camera a un question time presentato da Forza Italia (primo firmatario Galeazzo Bignami). I dati «sono crittografati e la consultazione sicura degli archivi informatici dell’agenzia delle Entrate è garantita da misure che prevedono un sistema di profilazione, identificazione, autenticazione dei soggetti abilitati alla consultazione, di tracciatura degli accessi effettuati con indicazione dei tempi e della tipologia delle operazioni svolte, nonché di conservazione di copie di sicurezza», ha sottolineato il Mef che ha rimarcato anche come sia già attivo un tavolo tra Entrate e Garante per garantire il rispetto della normativa sulla privacy.

Invece, i «rischi connessi al coinvolgimento di alcuni fornitori di sistemi contabili e gestionali in uso presso gli studi professionali nella predisposizione dei software di compilazione delle fatture medesime» rileva ancora la risposta del Mef «attengono a una fase del processo di gestione della fattura elettronica estranea all’agenzia delle Entrate, regolata da contratti di natura privatistica (stipulati tra il soggetto prestatore del servizio di fatturazione e il suo cliente) e sottoposta alla normativa generale in materia di protezione dei dati personali».

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