Professione

I bandi per la cooperazione territoriale assegnano ancora 700 milioni

di Susanna Leonelli e Roberto Carpano

Nel 2019 saranno lanciate le ultime call dei Programmi di cooperazione territoriale europea (Cte) per il periodo di programmazione 2014-2020. Quelli che interessano l’Italia sono 19 (circa 2,8 miliardi l’allocazione complessiva), di cui 11 gestiti da autorità italiane.

Si tratta di grandi opportunità per gli operatori pubblici e privati: enti territoriali, agenzie di sviluppo, università, centri di ricerca, imprese, Ong, Camere di commercio, associazioni di categoria. Molti, infatti, sono i fondi ancora da bandire per il finanziamento di progetti entro la fine del 2020 (circa 700 milioni le somme residue). Per cogliere queste opportunità la parola d’ordine è: l’improvvisazione non paga. Occorre iniziare con largo anticipo la preparazione delle proposte.

I bandi in arrivo

Tra i programmi che lanceranno i bandi nel primo semestre 2019, si segnala «Eni Cbc Med», per la cooperazione tra le regioni Ue che si affacciano sul Mediterraneo lato Ue (Italia, Francia, Grecia, Spagna, Portogallo, Malta, Cipro) e lato Nord-Africa/Medio Oriente (Egitto, Giordania, Libano, Palestina, Tunisia). Per l’Italia sono ammissibili: Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, oltre a Molise, Abruzzo, Marche, Umbria, Emilia-Romagna, Piemonte in qualità di «adjoining regions».

Con la prossima Call for strategic projects (budget totale 84,6 milioni) saranno selezionati progetti strategici di una durata massima di quattro anni nelle aree: impresa e sviluppo delle Pmi; sostegno all’istruzione, ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione; promozione dell’inclusione sociale e lotta contro la povertà; protezione ambientale, adattamento e mitigazione del cambiamento climatico. Il cofinanziamento Ue (pari al 90% del budget del progetto) varierà da un minimo di 2,5 milioni a un massimo di 6 milioni, di cui almeno il 50% del budget da destinare ad attività da svolgersi nei paesi della sponda Sud. Il partenariato richiederà da un minimo di quattro a un massimo di dieci organizzazioni. Saranno eleggibili sia organizzazioni pubbliche che private con sede nelle regioni del programma, oltre alle organizzazioni internazionali.

Entro la fine del 2019 è atteso il terzo e ultimo bando per Capitalization projects (18,8 milioni), finalizzato alla selezione di progetti che promuovono la «disseminazione» delle pratiche e dei risultati di successo dei progetti già finanziati.

Rimangono da bandire quasi 50 milioni su «Interreg central Europe», programma di cooperazione transnazionale che comprende nove Stati: Austria, Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Germania e Italia (con 9 regioni: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano).

A inizio 2019 è attesa la pubblicazione del quarto bando per selezionare progetti in area innovazione, low carbon, ambiente/cultura e trasporti. Almeno tre i partner richiesti da tre paesi. Il tasso di cofinanziamento per le organizzazioni italiane sarà pari all’80 per cento.

In partenza a settembre

Già a settembre 2018 si attende, poi, il lancio di due bandi: ultima call Italia-Malta e prima fase del 4° bando Alpine Space, che coinvolge Austria, Francia, Germania, Slovenia, Confederazione elvetica, Liechtenstein e Italia con 7 regioni (Liguria, Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia) per la selezione di nuove idee per sviluppare, testare, implementare progetti di sviluppo regionale sostenibile della regione alpina. I preselezionati saranno invitati a presentare una proposta completa entro giugno 2019.

Come gestire i progetti

I progetti Cte sono percorsi complessi con un tasso di successo medio del 5% (dato riferito al programma Cbc Eni Med). Occorre prepararsi per gestirli seguendo alcune regole: iniziare la costruzione dell’idea progettuale, l’analisi dei progetti finanziati e delle procedure almeno sei mesi prima della scadenza del bando; partecipare agli «info-days» organizzati dall’autorità di gestione; costruire un partenariato con soggetti motivati, competenti, disponibili a contribuire alla redazione della proposta e capaci di realizzare quanto promesso; leggere e comprendere i criteri di valutazione e le modalità di presentazione del progetto. L’idea progettuale deve infatti essere pertinente rispetto alle priorità del bando e non viceversa.

Tutti i programmi utilizzano «e-application forms» da testare in anticipo e mettono a disposizione un servizio di «Question and answers» per chiarire eventuali dubbi. Per ridurre la complessità delle procedure (ritenuta l’ostacolo maggiore per una Cte efficace dall’86% degli attori consultati online) e rispettare il principio di semplificazione, definito come prioritario per la prossima programmazione comunitaria 2021-2027, è infine in cantiere una serie di interventi per semplificare e rendere più efficaci le procedure di gestione dei programmi di Cte.

La dotazione complessiva da 2,9 miliardi

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