Imposte

Torna il credito d’imposta per le Pmi che si quotano

Cento milioni per la sovranità alimentare e 225 per digitalizzare l’agricoltura

Torna il credito d’imposta per le Pmi che si quotano in Borsa. E per l’agricoltura arriva un fondo da 100 milioni per la sovranità alimentare e un altro stanziamento da 225 milioni per la digitalizzazione agricola.

Particolarmente atteso il ritorno del bonus per quotarsi in Borsa, riconosciuto alle piccole e medie imprese che dal 1° gennaio 2023 iniziano una procedura di ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo. L’ammissione alla quotazione, infatti, darà diritto a un credito d’imposta, fino ad un importo massimo nella misura di 250mila euro, del 50% dei costi di consulenza sostenuti fino al 31 dicembre 2022.

Il credito d’imposta potrà essere utilizzato esclusivamente in compensazione a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata ottenuta la quotazione e deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.

La bozza dell’articolo 73 della legge di bilancio prevede, come sempre accade, che il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito, né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.

Sotto la voce agricoltura arrivano poi, come detto, nuovi finanziamenti per l’intero comparto. Sempre secondo le bozze della manovra circolate in Parlamento, sono infatti istituiti due fondi ad hoc per la sovranità alimentare e per accelerare la digitalizzazione nel settore agricolo. Sul primo fronte, la dote complessiva sarà di 100 milioni distribuiti nel quadriennio 2023-2026, mentre per favorire lo sviluppo di progetti di innovazione, finalizzati all'incremento della produttività nell'agricoltura, arriva un secondo fondo da 225 milioni complessivi da qui al 2025.

Tra le conferme, infine, lo stanziamento di 500 milioni per rifinanziare la social card da utilizzare per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità da parte di soggetti con un Isee non superiore a 15mila euro.

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