I temi di NT+Le massime di Cassazione

Detrazione Iva, studi di settore e contraddittorio

di Luca Benigni e Ferruccio Bogetti

Il cagionevole stato di salute dimostra l’incongruenza negli studi di settore

In caso di incongruenza dei ricavi dichiarati da una società a conduzione familiare rispetto a quelli ottenuti dagli studi di settore dai quali emerge la gravità, la precisione e la concordanza della presunzione, l’amministratore può invocare legittimamente il suo cagionevole stato di salute patito nell’anno d’imposta accertato. Per contro l’Amministrazione può negare che lo stato di salute possa giustificare lo scostamento, ed in tal caso spetta poi al giudice tributario la verifica delle circostanze e l’efficacia dimostrativa delle relative prove fornite.

Cassazione, sentenza 20772/2021

Al vaglio del giudice tributario le presunzioni super-semplici nel redditometro

Nell’accertamento basato sul redditometro, dove l’inversione dell’onere probatorio impone al contribuente di allegare prove contrarie circa l’inesistenza del maggior reddito attribuito dall’Amministrazione, il giudice tributario deve sempre effettuare un esame analitico di tutti i fattori indice di capacità contributiva utilizzati, senza limitarsi a valutazioni sommarie e complessive. Il potere-dovere dell’Amministrazione di determinazione del reddito, infatti, può fondarsi su qualsivoglia elemento probatorio. Pertanto può anche ricorrere a presunzioni super-semplici, vale a dire quelle presunzioni prive dei requisiti di gravità previsione e concordanza, e, dunque, con ampia discrezionalità per determinare l’inversione dell’onere probatorio a carico del contribuente.

Cassazione, ordinanza 20802/2021

Il giudizio sulla congruità della spesa non può impedire la detraibilità dell’Iva

Ai fini della detraibilità dell’Iva, la correlata inerenza del costo non può mai essere esclusa dall’Amministrazione in base ad un giudizio di congruità della spesa, tranne il caso in cui essa ne dimostri la macroscopica anti-economicità, perché il soggetto passivo è sempre autorizzato a detrarre l’Iva versata per gli acquisti quando li utilizza ai fini delle proprie operazioni imponibili. Ciò avviene sia nel caso in cui esista il nesso diretto tra una specifica operazione a monte ed una o più operazioni a valle che danno diritto alla detrazione, sia che manchi tale nesso laddove però le spese sostenute facciano parte dei costi generali del soggetto passivo e rappresentino, in quanto tali, elementi costitutivi del prezzo dei beni o dei servizi che esso fornisce.

Cassazione, ordinanza 21001/2021

La costituzione dell’Avvocatura sana il ricorso omesso agli enti difesisi in proprio nei gradi di merito

Qualora l’Amministrazione, costituitasi nel giudizio di secondo grado, sia stata assistita unicamente dai propri funzionari senza l’ausilio dell’Avvocatura dello Stato, la notifica del ricorso per Cassazione del contribuente/resistente, unicamente presso quest’ultima e non anche presso gli uffici dell’Amministrazione, non integra nessuna nullità, perché l’Avvocatura dello Stato rappresenta l’unico difensore legittimato a difendere l’Amministrazione nei giudizi di legittimità. Pertanto, laddove ci sia stata la sua tempestiva costituzione, non può essere pronunciata alcuna nullità nei confronti del ricorso di Cassazione proposto dal contribuente/resistente, perché è stato raggiunto lo scopo cui è destinato.

Cassazione, ordinanza 21045/2021

Iva al 10% per ammodernamento ed adeguamento delle cabine elettriche degli edifici residenziali

Le forniture e le prestazioni, riguardanti l’ammodernamento e la ristrutturazione del sistema elettrico di alimentazione, nonché le opere edili ed impiantistiche volte all’ammodernamento e all’adeguamento delle cabine elettriche realizzati su edifici residenziali, sono riconducibili ai lavori di risanamento conservativo, e quindi possono fruire dell’aliquota Iva agevolata al dieci per cento. Se infatti non si perviene attraverso un insieme sistematico di opere alla realizzazione di un organismo edilizio - in tutto o in parte diverso dal precedente con riferimento alla sagoma, ai volumi e/o alla destinazione d’uso - non può configurarsi la manutenzione straordinaria, e quindi assume prevalenza la finalità di conservare l’organismo edilizio, ovvero quello di assicurarne la sua funzionalità, tipica del risanamento conservativo.

Cassazione, ordinanza 20011/2021

Condotta elusiva, amministrazione obbligata a replicare analiticamente alle giustificazioni del contribuente

Il programma di riorganizzazione di Invitalia, con accorpamento delle funzioni nella sua struttura centrale e la successiva liquidazione delle società controllate regionali, non configura, ex se, una condotta elusiva, se le ragioni di segno opposto, da questa indicate dopo avere ricevuto il questionario, non sono state opportunamente confutate. Infatti l’Amministrazione non può mai limitarsi ad affermare genericamente la mancanza di elementi che provino l’assenza di intento elusivo, ma deve specificamente replicare alle giustificazioni, fornite dal contribuente a seguito della richiesta di chiarimenti, prima di emettere l’atto impositivo.

Cassazione, ordinanza 21350/2021

La deducibilità della rivalsa assicurativa dipende dagli eventi che possono posticipare i pagamenti

Ai fini della deducibilità fiscale della rivalsa assicurativa (consistente nell’indennità a carico dell’agente assicurativo che subentra nel portafoglio clienti di quello cessato), assimilabile ad una spesa relativa a più esercizi, non sempre corrisponde alla realtà operativa la certezza della sua quantificazione e della sua ripartizione in quote costanti in cui è possibile rateizzare il pagamento. Ai fini della corretta individuazione dell’anno d’imposta a cui imputare ciascuna quota, infatti, l’Amministrazione deve comunque tenere conto del succedersi di eventi oggettivi, che, di volta in volta, possono mettere in discussione gli obblighi originariamente insorti tra agenzia mandataria e società assicuratrici mandanti, in grado di pregiudicare la deducibilità a causa della sopravvenuta incertezza dei tempi stessi di pagamento e dell’entità della rivalsa medesima.

Cassazione, sentenza 21353/2021