Contabilità

Sostenibilità, negli standard Gri vanno coinvolti gli stakeholder

La nuova versione è in linea con gli altri principi in elaborazione. L’analisi di materialità richiede la due diligence sull’impatto dell’azienda

di Enzo Rocca

Dal 1° gennaio 2023 sono in vigore i nuovi standard universali di sostenibilità della Global reporting initiative (Gri). Si tratta dei principi adottati volontariamente dalla maggior parte delle organizzazioni che redigono annualmente il rendiconto sulle proprie performance di sostenibilità, ovvero la dichiarazione di carattere non finanziario divenuta obbligatoria dal 2017 per gli enti di interesse pubblico di grandi dimensioni (società quotate, banche, assicurazioni e così via) per effetto del Dlgs 254/2016. I nuovi standard estendono alcuni concetti chiave come: impatto, due diligence, temi materiali e stakeholder.

La revisione ha consentito di integrare le aspettative di condotta responsabile delle imprese definite da protocolli di autorevoli enti intergovernativi, come le linee guida dell'Ocse per le multinazionali e i principi guida dell'Onu su imprese e diritti umani.

Le novità introdotte, inoltre, rendono la rendicontazione Gri coerente e comparabile con quella prevista dalla nuova direttiva europea in materia (Corporate sustainability reporting directive - Csrd) e gli analoghi principi emanati dalla Fondazione Ifrs.

In questo modo si agevola le aziende nel processo di transizione verso i nuovi standard europei che entreranno in vigore progressivamente a partire dal 2024.

Gli universal standard, oggetto dell'intervento di aggiornamento, sono i seguenti:

Gri 1 principi fondamentali (in sostituzione del GRI 101);

Gri 2 informativa generale (in sostituzione del GRI 102);

Gri 3 temi materiali (in sostituzione del Gri 103).

Essi rappresentano le fondamenta del processo di rendicontazione, stabilendo le informazioni sull'organizzazione e la metodologia che essa dovrà seguire nel processo di rendicontazione.

I cosiddetti topic standard, serie Gri 200 Economic, Gri 300 Environmental e Gri 400 Social, non hanno subito variazioni sostanziali. Tuttavia, chi già ha utilizzato i Gri nella propria rendicontazione, dovrà effettuare un'attenta analisi per verificare la conformità dei processi con i nuovi standard universali.

Il Gri ha anche pubblicato il primo standard di settore, quello relativo a Oil&Gas (G11), identificando quaranta settori per i quali emanerà standard specifici o sector standard, tra questi la produzione di carbone, l'estrazione mineraria, l'agricoltura, l'acquacoltura e la pesca. Tutti questi principi dovranno essere utilizzati per la rendicontazione degli impatti dell’organizzazione relativi ai temi materiali identificati.

Una novità importante è la scomparsa della distinzione tra opzione base (core) e avanzata (comprehensive), ossia della possibilità di scegliere se rendicontare su alcune o tutte le informative prevista nel precedente standard GRI 102. Da quest'anno si dovrà rendicontare su tutto, fatta salva qualche limitata possibilità di omissione.

Rimane consentito scegliere se rendicontare “in conformità agli standard Gri”, soddisfacendo tutti i requisiti obbligatori per la rendicontazione, ovvero “con riferimento” a tali standard, quando si è nell'impossibilità di rispettare tutti i requisiti previsti.

I nuovi Gri propongono una definizione più chiara e concisa di stakeholder, focalizzata sugli impatti (positivi o negativi) dell'azienda sugli stessi, ossia “individuo o gruppo che ha un interesse sul quale le attività dell'azienda hanno o potrebbero avere un impatto”. Viene sottolineata, inoltre, l'importanza del coinvolgimento dei portatori d'interesse prima dell'avvio del processo di reporting, per aumentare l'efficacia delle azioni di prevenzione e mitigazione.

Un'altra importante novità, contenuto nel Gri 3, riguarda il processo di identificazione dei temi materiali. Esso dovrà focalizzarsi sugli impatti più significativi dell'azienda sull'economia, l'ambiente e le persone, inclusi quelli sui diritti umani. Coerentemente con le modifiche apportate alla definizione di portatore di interesse, viene eliminato il riferimento ai temi che ragionevolmente “influenzano in modo sostanziale le valutazioni e le decisioni degli stakeholder”.

In particolare, nei nuovi standard, l'analisi di materialità richiede un processo di due diligence che focalizza l'attenzione sull'impatto positivo o negativo, effettivo o potenziale dell'azienda per indentificare le priorità, in base alla gravità, la portata e la probabilità di accadimento dell'impatto stesso. La matrice di materialità non è più citata nel Gri 3, mentre si enfatizza l'importanza del processo che porta a indentificare i temi materiali. In questa attività è richiesto che si tenga conto di eventuali standard di settore, per contestualizzare l'azienda.

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